Banco-Bpm: Bce chiede subito Statuto e piano, post fusione necessarie azioni su capitale
Banco Popolare e Bpm hanno reso noto, su pressing della Consob, le richieste arrivate dalla Banca centrale europea in merito alla possibile fusione che porterebbe alla nascita del terzo polo bancario italiano. I timori sulla riuscita dell’operazione, emersi con forza negli ultimi giorni, si sono tradotti in realtà alla vigilia dell’assemblea del Banco Popolare che domani vedrà riuniti a Lodi migliaia di soci. I tempi sono molto stretti: Francoforte ha chiesto che entro un mese venga presentata la bozza del nuovo Statuto e un piano industriale.
Ma non solo. La Bce ha fatto sapere che il gruppo bancario, frutto del matrimonio tra le due popolari, dovrebbe avere sin dall’inizio una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset, anche attraverso appropriate “capital action”. Tradotto: la nuova realtà dovrà ricorrere all’aumento di capitale, un’ipotesi che era stata smentita più volte dagli Ad di Banco e Popolare di Milano.
“In relazione alla governance, la Bce ha indicato che il soggetto risultante dall’eventuale operazione di aggregazione dovrebbe tener conto delle migliori prassi volte ad assicurare una governance chiara ed efficiente“, si legge nella nota della Bce che ha inoltre fatto sapere che “nell’ambito della potenziale operazione, non potrà essere previsto il rilascio di nuove licenze bancarie in relazione a soggetti diversi da quello risultante dalla potenziale operazione di aggregazione”.
Dopo le richieste della Bce, l’istituto di piazza Meda ha previsto un Consiglio di gestione non oltre martedì prossimo. Stessa mossa per il Banco Popolare con il Consiglio di amministrazione. A Piazza Affari i due titoli sono stati venduti pesantemente in avvio, mentre ora hanno ridotto le perdite con il Banco che lascia sul parterre lo 0,50%, mentre Bpm mostra una flessione dell’1,5%.