Notizie Notizie Italia Banche venete: Ue vuole un altro miliardo dai privati. Sale rischio bail-in

Banche venete: Ue vuole un altro miliardo dai privati. Sale rischio bail-in

19 Maggio 2017 14:36

 

Si fanno più precise le indiscrezioni sui capitali privati che la Commissione europea vorrebbe che le banche venete raccogliessero, prima di essere eventuale salvate dallo Stato: 1 miliardo di euro. E’ tanto la cifra che i due istituti dovrebbero dunque racimolare, per ottenere il via libera alla proposta di ricapitalizzazione precauzionale con cui lo Stato italiano, ergo i contribuenti, le salverebbe dal peggior scenario del bail-in.

Il problema, come scrive l’articolo de Il Sole 24 Ore-ItalyEurope24 che ha consultato altre fonti vicine al dossier dopo le indiscrezioni riportate ieri da un articolo di Reuters, risiede proprio nelle due parole: capitali privati. E’ da qui che Bruxelles desidera che i soldi arrivino – attraverso magari finanziamenti erogati dagli istituti di credito italiani che versano in migliori condizioni di salute – e non da quel fondo ad hoc da 20 miliardi di euro che è stato istituito con il decreto salva-banche.

Lo schema del salvataggio, il cui valore è di 6,4 miliardi di euro dovrebbe dunque cambiare secondo quanto riferito dalle stesse fonti de Il Sole: l’ammontare totale dovrebbe rimanere lo stesso, ma i contributi privati – che al momento corrispondono a 940 milioni di euro pagati in anticipo dal fondo Atlante a dicembre e i 700 milioni di euro che risulterebbero dalla conversione dei bond subordinati, dovrebbero salire di un altro miliardo. Il che significa che il contributo dello stato scenderebbe da 4,7 miliardi a 3,7 miliardi di euro.

Ciò in quanto durante le recenti trattative il valore degli npl delle due banche è stato aggiornato. L’ammontare lordo degli npl è di 9,6 miliardi di euro, di cui il 62,2% è stato già svalutato da Popolare di Vicenza e il 59,4% da Veneto Banca. Dunque le banche hanno ripulito i loro bilanci, continua l’articolo de Il Sole, ma i valori sono ancora superiori a quelli della media di mercato, il che implica che, nel momento in cui saranno venduti, saranno necessarie altre pesanti svalutazioni. 

“Per coprire le perdite, in base alla direttiva Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD), le du banche potranno utilizzare solo risorse che non arrivano dallo stato. Ora, ci sono 3,9 miliardi di asset netti e 940 milioni da Atlante: ma, sulla base dei rating più bassi assegnati recentemente agli npl, questi fondi saranno insufficienti. Di conseguenza, è necessario un altro miliardo di euro, da parte di investitori privati. E se questi soldi non si materializzeranno, in base allo lo scenario peggiore la conseguenza sarà una risoluzione per una o entrambe le banche”. Il bail-in sarà allora inevitabile.