Banche venete, BIM dopo rumor liquidazione: “Non siamo bad bank”. Titolo in rialzo

Nel dossier banche venete – che non può dirsi ancora ufficialmente concluso, visto che il decreto per il loro salvataggio ha bisogno del via libera del Parlamento – nasce il caso BIM.
L’istituto non rientra infatti nelle attività performanti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza che saranno cedute a Intesa SanPaolo, al prezzo simbolico di 1 euro. BIM insomma non fa parte degli asset che andranno a confluire nelle good bank. L’esclusione ha scatenato diversi rumor, che hanno costretto la banca a fornire chiarimenti nella giornata di oggi. Positiva la reazione del mercato, con il titolo balzato di quasi +5%.
Con un comunicato Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni ha fatto notare che, accostare il suo nome a quello di una “bad bank”, può determinare una percezione distorta della situazione e delle prospettive dell’istituto.
Nella nota si legge che Bim sarà effettivamente ceduta da Veneto Banca in liquidazione coatta amministrativa “ma a un acquirente, finanziario o industriale, capace di valorizzarla al meglio, consentendo la prosecuzione dell’opera di rinnovamento e rilancio già iniziata dall’attuale cda”.
Il comunicato ricorda tra l’altro che la cessione dell’istituto non sarebbe una sorpresa, visto che erano stati gli stessi vertici e la stessa Veneto Banca ad auspicare in un recente passato una tale soluzione.
BIM, i rumor sul rifiuto di Intesa SanPaolo
Così, Banca Intermobiliare risponde ai rumor dei giorni scorsi, con Il Mattino di Padova che due giorni fa scriveva:
“Comprare Bim? Sarebbe come acquistare un osso”, spiegano fonti autorevoli a contatto con il dossier. Un “osso” di cui Intesa non saprebbe che farsene: per questo l’ha tenuto fuori dal bottino della good bank rilevata. Ora Bim è nelle mani del liquidatori a cui sono rimaste solo le cose cattive, «bad». E l’Europa impone sei mesi per venderla sul mercato. Pena la liquidazione”.
Così aveva sottolineato ancora Il Mattino di Padova:
“Perché Intesa SanPaolo non ha voluto Bim, che gli sarebbe stata regalata al prezzo simbolico di 1 euro? La prima risposta è fin troppo facile: incorporare una quotata non è semplice. Non va poi scordato che Bim, controllata al 71% da Veneto Banca (più un 9% a pegno stando ai dati Consob), ha un 30% circa di azionisti di minoranza: un altro elemento che può aver influito. Ma i dati di fine 2016 della banca torinese parlano da soli: -21,9% il crollo della raccolta, – 29% il patrimonio (in un anno sono stati bruciati 97 milioni) tra coperture su sofferenze e perdite. Il rosso a fine 2016 segnava 93,4 milioni. Nel 2015 la perdita era di 19 milioni. A fine 2016 il risultato della gestione operativa era di 1,9 milioni (33,3 milioni a fine 2015). I private banker in un anno sono passati da 197 a 164, le filiali sono rimaste 29, i dipendenti da 624 a 576″.