Notizie Notizie Mondo Banche: stretta Ue sugli istituti “too big to fail”, al bando la speculazione

Banche: stretta Ue sugli istituti “too big to fail”, al bando la speculazione

29 Gennaio 2014 15:58
La Commissione europea ha proposto oggi nuove norme per impedire alle banche più grandi e più complesse (i cosiddetti istituti “too big to fail“) di dedicarsi all’attività di ‘negoziazione per conto proprio’ (proprietary trading). “Le nuove norme permetterebbero alle autorità di vigilanza d’imporre a tali banche di separare alcune attività di negoziazione potenzialmente rischiose dalla funzione di raccolta di depositi, se l’esercizio di tali attività compromette la stabilità finanziaria” si legge in una nota di Bruxelles. La Commissione ha inoltre adottato delle misure di accompagnamento per aumentare la trasparenza di alcune operazioni nel sistema bancario ombra. 
Le proposte odierne sono l’ultima tessera che viene a completare il mosaico della revisione delle regole che disciplinano il sistema bancario europeo – ha dichiarato Michel Barnier, commissario per il Mercato interno e i servizi – la normativa riguarda l’esiguo numero di banche di grandissime dimensioni che, senza queste regole, potrebbero risultare ancora troppo grandi per fallire, troppo costose da salvare, troppo complesse per risolverne le crisi”. 
Per Barnier tali misure “rafforzeranno ulteriormente la stabilità finanziaria e faranno sì che le conseguenze degli errori commessi dalle banche non siano scaricate sui contribuenti. Con esse si compone quel quadro comune a livello dell’Ue che è necessario per impedire che soluzioni nazionali divergenti creino fratture nell’unione bancaria o compromettano il funzionamento del mercato unico. Le proposte sono calibrate attentamente in modo da assicurare il delicato equilibrio tra stabilità finanziaria e presenza delle condizioni che permettono l’erogazione di prestiti all’economia reale, elemento che riveste particolare importanza per la competitività e la crescita”.
La proposta odierna della Commissione vieta le negoziazione per conto proprio. “Attività che comporta molti rischi ma nessun beneficio tangibile per i clienti della banca o per l’economia in genere” precisa la Commissione. 
Inoltre, dà il potere dell’autorità di vigilanza, e l’obbligo in determinate circostanze, d’imporre il trasferimento di altre attività di negoziazione ad alto rischio (attività di supporto agli scambi, operazioni complesse in derivati e cartolarizzazioni, ecc.) a entità giuridiche di negoziazione distinte all’interno del gruppo. E infine le norme disciplinano i rapporti economici, giuridici, operativi e di governance tra l’entità di negoziazione distinta e il resto del gruppo bancario.