Banche protagoniste a Piazza Affari: svettano Banco Popolare e Bpm, male Mps dopo maxi perdita e downgrade analisti
Le banche dominano la scena a Piazza Affari all’indomani dei conti semestrali. Tre le protagoniste: Banco Popolare e Bpm, che svettano sul listino, mentre il Monte dei Paschi indossa la maglia nera dopo la maxi perdita da 1,61 miliardi di euro. Il titolo dell’istituto senese lascia sul parterre circa il 5% a 0,232 euro, ma nei primissimi scambi di seduta era arrivato a perdere oltre 10 punti percentuali. Sul risultato di Rocca Salimbeni hanno pesato le svalutazioni sugli avviamenti, principalmente sulla controllata Antonveneta, svalutata per 1,53 miliardi di euro e ormai azzerata in bilancio.
Il risultato operativo si è attestato a 182,5 milioni di euro, in calo del 69,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre tra le note positive è da sottolineare il miglioramento del Core Tier 1 (al 10,8%) e il calo del rapporto cost/income al 59,5% dal 63,8% di fine 2011. Entro dicembre partirà la richiesta per 3,4 miliardi di euro di aiuti statali (nello stile dei Tremonti Bond) e, molto probabilmente, il Tesoro entrerà nel capitale della banca visto che il bilancio 2012 dovrebbe concludersi in perdita.
In questo caso, infatti, lo Stato non verrà rimborsato con la cedola ma con azioni Mps calcolate sul valore del patrimonio netto e non sul valore di mercato. Questa mattina a pesare sul titolo Mps i tanti downgrade arrivati dalle case d’affari: Citigroup ha tagliato il giudizio su Rocca Salimbeni a sell da neutral, Cheuvreux a sell da underperform, Deutsche Bank a sell dal precedente hold.
Direzione opposta in Borsa per il Banco Popolare, che guadagna il 3,20% a 1,167 euro, e per la Popolare di Milano, che avanza del 3,40% a 0,415 euro. L’istituto scaligero ha mostrato un deciso miglioramento del Core Tier 1, salito al 10,2% dal precedente 7,1%, in scia soprattutto al via libera di Bankitalia ai nuovi modelli interni. L’utile netto è sceso a 29 milioni di euro dai 189,5 milioni dei primi sei mesi del 2011, ma escludendo alcune poste straordinarie i profitti si sono attestati a 171 milioni di euro.
L’istituto di piazza Meda ha dovuto fare i conti con le svalutazioni che hanno portato il rosso semestrale a 131,23 milioni di euro. Al netto delle svalutazioni, però, l’utile netto mostra una crescita del 96,6% a 97 milioni di euro. Il risultato di gestione è aumentato del 47,9% a 296 milioni, mentre il margine d’interesse è cresciuto del 9,3% a 455 milioni. L’indice Core Tier 1 è migliorato al 9% rispetto all’8,3% di fine marzo. Durante la conference call sui risultati il direttore generale di Bpm, Pier Luigi Montani, ha dichiarato di escludere una sostituzione dei vecchi Tremonti Bond con altri titoli pubblici.