Notizie Notizie Italia Banche ostaggio dei tassi Bund, la correlazione perfetta che incute paura

Banche ostaggio dei tassi Bund, la correlazione perfetta che incute paura

Pubblicato 23 Settembre 2019 Aggiornato 18 Ottobre 2019 15:58

Lo spettro recessione torna ad aleggiare in Europa e le banche sono le prime vittime sui mercati. La doccia fredda degli indici PMI, in particolare il Pmi manifatturiero tedesco scivolato ai minimi a 10 anni, ha scatenato le vendite sui mercati azionari e in particolare a pagare dazio sono le banche.

 

Banche sotto attacco, la reazione a catena dopo PMI tedesco

Ribassi nell’ordine del 3% per big europee quali BNP Paribas, SocGen e Deutsche Bank; peggio fa Commerzbank con addirittura oltre -7%. In Italia non sono da meno le rappresentanti tricolori del settore: -3,25% Unicredit, -3,1% UBI Banca e -2,18% Bper; contiene i cali Intesa Sanpaolo a -1,59%.

Movimento che segue quello inverso dei bond governativi con il Bund decennale tedesco tornato a correre con tassi tornati a -0,58%. Rally analogo per il BTP con tasso vicino ai minimi storici a 0,84%. Nell’ultimo mese il ritracciamento dai record del Bund aveva dato respiro alle banche che pagano la prospettiva di tassi negativi ancora a lungo, che peserebbero non poco sulla redditività del settore.

 

L’analisi di DWS, valutazioni toccano minimi da 1989

Basta dare un sguardo alla correlazione tra i titoli bancari della zona euro e i rendimenti dei Bund per capire quanto le banche siano storicamente dipendenti dai tassi di interesse a lungo termine.

In questi giorni forse non vorresti essere un analista bancario – rimarca DWS nel report ‘Chart of the week’ – Istituzioni grandi, globali, complesse, con aree e modelli di business diversi. Poi ci sono sempre nuove normative e giovani società finanziarie tecnologiche che esercitano pressioni sui margini già ristretti. Questo non è certamente divertente. Ma è ancora meno divertente se non ci si limita ad analizzare questo settore ma si ha investito nel settore. A metà agosto sulle borse europee il settore è stato valutato al livello più basso dal 1989″.

Proprio dai minimi del 14 agosto, il settore (considerando l’Euro Stoxx Banks, che comprende le banche della zona euro) ha messo a segno un corposo tentativo di recupero in parallelo con il rialzo dei rendimenti sull’obbligazionario.

 

Banche condannate a soffrire ancora?

Cosa fare, se si vuole ancora investire in questo settore, magari per ragioni anticicliche? Il rapporto prezzo/valore contabile di soli 0,6 è allettante se si considerano i dati contabili riportati al valore nominale. “A prima vista – rimarca DWS – un modo per sfuggire alla complessità del settore sembra essere una sorprendente correlazione. L’andamento del settore bancario rispetto al mercato complessivo è quasi parallelo a quello dei titoli di Stato tedeschi a 10 anni. Il coefficiente di correlazione, basato sulla performance settimanale degli ultimi dieci anni, è un sorprendente 0,91″. 

 

L’asset manager tedesco rimarca come la combinazione di due ragioni che può spiegare questa sincronicità. Da un lato, i tassi di interesse a lungo termine sono visti come un indicatore di come gli investitori valutano le prospettive di crescita. Essendo un settore altamente ciclico, le banche sono quindi predestinate a beneficiare di un clima economico più favorevole. In secondo luogo, c’è il margine di interesse, da cui le banche europee dipendono molto di più delle loro controparti statunitensi, dove i prestiti alle imprese non svolgono più un ruolo importante. “Poiché la parte corta della curva dei rendimenti, in particolare il tasso di rifinanziamento della Banca Centrale Europea, è da tempo vicino o a zero, il margine dipende in larga misura dal livello dei tassi di interesse nella parte lunga della curva”, asserisce DWS che si domanda: Quindi investire è diventato facile? “Purtroppo solo da una prospettiva ex-post. Ex-ante si deve avere una posizione chiara sull’evoluzione dei tassi di interesse a 10 anni. Chiunque ritenga che i tassi di interesse rimarranno bassi per un certo periodo di tempo, dovrà probabilmente cercare altrove i rendimenti“.