Banche ed ENI zavorrano Borsa Italiana, Bper e Banco BPM le peggiori oggi
Ultima seduta della settimana senza sprint per Piazza Affari che è comunque riuscita a ridurre il passivo nella seconda metà di giornata. Il Ftse Mib ha chiuso a 16.858 punti (-0,89%).
I mercati hanno accolto con freddezza quanto emerso dal Consiglio Europeo, con nessun dettaglio su entità e tempistica del Recovery Fund, che arriveranno il 6 maggio per mano della Commissione Europea. A condizionare oggi i mercati anche la notizia del possibile flop del farmaco anti-coronavirus di Gilead Sciences. Secondo il Financial Times, il farmaco antivirale Remdesivir non avrebbe portato alcun miglioramento sui pazienti trattati in un test clinico in Cina.
A condizionare oggi i mercati anche la notizia del possibile flop del farmaco anti-coronavirus di Gilead Sciences. Secondo il Financial Times, il farmaco antivirale Remdesivir non avrebbe portato alcun miglioramento sui pazienti trattati in un test clinico in Cina. Dal canto suo, Gilead ha notato che lo studio “è stato interrotto a causa della bassa partecipazione” alla sperimentazione e di conseguenza, non è stato possibile arrivare a conclusioni statistiche significative.
Spread scende, ma banche continuano a soffrire
In Italia la giornata ha visto lo spread Btp-Bund fare saliscendi in attesa del giudizio di S&P sul merito di credito dell’Italia Il restringimento dello spread nella seconda parte di giornata, favorito anche dal buon esito dell’asta Ctz, non è però stato sufficiente a risollevare l’umore del settore bancario, il peggiore oggi insieme a quello oil.
La peggiore è stata Bper con oltre -4%, seguita a ruota da Banco BPM (-3,63%). Ieri l’ad Giuseppe Castagna ha preannunciato nel corso di un’intervista a Bloomberg che l’istituto aumenterà i tagli ai costi (per esempio, chiudendo più sportelli), posticipando gli investimenti pianificati (nel piano industriale sono stimati in 600 milioni di euro) o realizzandoli in modo più lento, “visto che al momento non sono supportati da una crescita del fatturato sufficiente o non sono più una priorità in questo contesto”. Il ceo non vede all’orizzonte neanche alcuna operazione di M&A. “Guardiamo con favore alla strategia basata su tagli ai costi più alti, visto che questa è una delle poche leve che le banche possono controllare nel breve futuro, considerando la pressione che arriva dal costo del rischio e dal fatturato”, rimarcano gli analisti di Mediobanca Securities.
Molto male anche Intesa Sanpaolo (-2,93%) e Unicredit (-3,07%); su quest’ultima Goldman Sachs ha ridotto il target price da 14,40 a 10,70, mantenendo comunque il titolo nella propria Convinction Buy List. Intanto il gruppo di piazza Gae Aulenti, che utilizza SIA per i servizi di processing relativamente alla proprie carte di pagamento, starebbe valutando se cedere o meno le attività di merchant acquiring, oggi gestite direttamente, in una operazione simile a quella fatta da Intesa SanPaolo con Nexi.
Male ENI e Saipem
Male Eni che ha chiuso a -2,62% a 8,25 euro con il mercato che ha accolto con freddezza i conti del primo trimestre, chiuso in perdita per 2,93 miliardi di euro a causa di Covid-19 e della caduta repentina del prezzo del petrolio. L’utile operativo adjusted è pari a 1,31 miliardi, -44% rispetto al trimestre 2019. “Risultati 1Q20 migliori a livello operativo, outlook più debole delle attese”, rimarcano gli esperti di Equita. Il cda di ENI ha inoltre deliberato una emissione obbligazionaria da 4 miliardi a supporto della struttura finanziaria.
Peggio ha fatto Saipem con -3,8%. Alla luce dei riscontri arrivati dal primo trimestre, Credit Suisse ha ridotto la sua valutazione su Saipem da 2,1 a 1,80 euro, con giudizio underperform confermato. “Anche se Saipem non ha diffuso una guidance per l’intero anno, è chiaro dai numeri del primo trimestre e dai commenti del management che non avevamo tagliato abbastanza le stime, dicono gli analisti che hanno tagliato le stime di ebitda 2020 del 22%. Taglio del 7% delle stime di ebitda 2020-2022 da parte di Equita che conferma hold con prezzo obiettivo sceso del 9% a 3,10 euro.
Bene oggi Prysmian (+0,6% a 16,03 euro) nonostante Credit Suisse abbia ridotto il giudizio da outperform a neutral limando al ribasso il prezzo obiettivo da 21 a 17 euro. La casa d’affari elvetica ritiene che l’esposizione ciclica e l’effetto leva probabilmente supereranno i driver di crescita secolari per il gruppo di cavi.
Bocciatura anche per Campari (+0,78%) con gli analisti di Jefferies che hanno ridotto la raccomandazione da buy a hold.