Banche centrali all’opera: Australia, taglia tassi. India no
Mossa a sorpresa da parte della banca centrale australiana. La reserve Bank of Australia ha inaspettatamente tagliato i propri tassi di interesse dopo circa un anno e mezzo di immobilità. Il tasso ufficiale australiano è stato portato al minimo storico del 2,25% con una sforbiciata dello 0,25%.
La decisione, come sottolineato da Glenn Stevens, governatore dell’istituto australiano, rappresenta una risposta alle spire deflazionistiche che si stanno materializzando nel Paese causate, principalmente, dal forte deprezzamento registrato negli ultimi mesi dalle materie prime in generale e dal petrolio in particolare.
Immediata la reazione sui mercati valutari con il cross contro dollaro statunitense che è crollato di quasi 2 punti scendendo in area 76,7 dollari rispetto ad area 78 dollari che si registrava poco prima dell’annuncio.
La decisione, come sottolineato da Glenn Stevens, governatore dell’istituto australiano, rappresenta una risposta alle spire deflazionistiche che si stanno materializzando nel Paese causate, principalmente, dal forte deprezzamento registrato negli ultimi mesi dalle materie prime in generale e dal petrolio in particolare.
Immediata la reazione sui mercati valutari con il cross contro dollaro statunitense che è crollato di quasi 2 punti scendendo in area 76,7 dollari rispetto ad area 78 dollari che si registrava poco prima dell’annuncio.
La RBI, la banca centrale indiana ha invece mantenuto invariati i propri tassi di interesse a quota 7,75%, una decisione in linea con le attese degli analisti. Il governatore dell’istituto indiano, Raghuram Rajan ha precisato durante una conferenza che dallo scorso mese di gennaio non si sono registrati cambiamenti sostanziali nel processo deflazionistico del Paese e nel quadro fiscale complessivo. Motivazioni che hanno spinto la RBI a non intervenire nuovamente sulla leva dei tassi.