Banca Mondiale taglia stime di crescita globale. Confermato +1,1% del Pil nella zona euro
La Banca Mondiale riduce le previsioni di crescita globale per il 2014. Secondo le nuove stime fornite dall’istituto di Washington e contenute nel Global Economic Outlook l’economia mondiale dovrebbe mostrare quest’anno una crescita del 2,8% rispetto al 3,2% indicato a gennaio. Un’accelerazione è prevista nei due anni successivi: +3,4% e +3,5% rispettivamente nel 2015 e nel 2016. L’economia mondiale ha iniziato il 2014 in maniera zoppicante, frenata dalle rigide condizioni meteo che ha imperversato in inverno negli Stati Uniti e dalla crisi in Ucraina che hanno pesato sulla prima metà dell’anno.
Per gli Stati Uniti la World Bank si attende un Prodotto interno lordo (Pil) in crescita dell’2,1%, in discesa rispetto al 2,8% pronosticato in precedenza in scia alle difficili condizioni meteo. Confermate, invece, le previsioni di crescita per la zona euro: +1,1% nel 2014. Quanto ai mercati emergenti le previsioni di crescita 2014 sono passate dal 5,3% al 4,8%.
Riviste al ribasso anche le previsioni di crescita della Russia. L’economia di Mosca dovrebbe crescere di solo lo 0,5% nel 2014, in deciso calo rispetto al +2,2%. Miglioramenti attesi nel 2015 (+1,5%) e nel 2016 (+2,2%).
“I mercati sviluppati sono indirizzati verso il terzo anno consecutivo di crescita al di sotto del 5%, visto che la debolezza registrata nei primi tre mesi del 2014 ha ritardato l’attesa ripresa dell’attività economica”, sottolinea la Banca mondiale nel report sulle prospettive economie globali.
“I tassi di crescita nelle economie sviluppate sono ancora troppo modesti per la creazione di quei posti di lavoro necessari per migliorare le condizioni dei più poveri – rimarca Jim Yong Kim, presidente della Banca Mondiale – I Paesi devono necessariamente muoversi più velocemente e investire maggiormente nelle riforme strutturali che sostengono la crescita economica ai livelli necessari per mettere fine all’estrema povertà della nostra generazione”.
“La situazione finanziaria è migliorata. Fatta eccezione di Cina e Russia, i mercati azionari hanno fatto bene nelle economie emergenti, soprattutto l’India e l’Indonesia. Ma non siamo ancora totalmente fuori dai guai. Una graduale stretta della politica fiscale e riforme strutturali sono necessarie”, sottolinea per ripristinare Kaushik Basu, capo economista della Banca Mondiale.