L’Italia non fa paura a Fitch. Per gli esperti dell’agenzia di rating la situazione dei conti pubblici Made in Italy è sottocontrollo, anzi appare più solida di altri partner di Eurolandia. Nella baraonda di queste settimane di aste sul mercato primario e soprattutto dopo l’annus horribilis 2010, caratterizzato dall’escalation della crisi del debito sovrano, per i diciassette paesi dell’Unione monetaria scenderanno le esigenze di indebitamento quest’anno. E per l’Italia non dovrebbero esserci problemi di sorta.
Bye bye tensioni sui tassi di interesse? E’ ovviamente presto per emettere sentenze, ma è una sorpresa la previsione, che tratteggia un quadro più roseo rispetto a quello rappresentato dagli spread sul debito pubblico, firmata dagli esperti di Fitch, che non sono stati andati troppo per il sottile invece con Atene e Lisbona. Ma l’Italia è un’altra cosa: come osserva Douglas Renwick, uno dei direttori di Fitch rappresenta un’eccezione rispetto alla gran parte dei partner perchè ha aumentato la quota di debito a breve termine sul totale, limando, le esigenze di rifinanziamento a medio e lungo termine. Ma ciò non vuol dire che la Penisola presenti rischi maggiori rispetto agli altri.
“Non c’è motivo di preoccupazione per l’aumento dello stock di debito a breve termine”, argomenta Renwick perchè l’indebitamento nel complesso è rimasto generalmente stabile. Nonostante i livelli di debito e di elevato fabbisogno, l’Italia appare relativamente forte rispetto ai suoi pari nell’area euro. Per l’agenzia di rating, che assegna all’Italia il voto AA- con prospettive stabili, l’elevato debito pubblico dell’Italia e il livello di deficit al momento non hanno un impatto sul rating del Paese.
Indicazioni che arrivano a distanza di poche settimane fa da quando Fitch aveva segnalato, in un’intervista all’agenzia Reuters, che per l’Italia non si vedeva la necessità di una manovra correttiva e il rating è coerente con gli obiettivi di bilancio fissati dalla finanziaria. In uno studio sui Paesi dell’area euro, l’agenzia rileva come l’Italia sia alle spalle della Francia nella classifica del debito da finanziare nel 2011, con 381 miliardi contro i 386 di Parigi.
“In percentuale del Pil, il finanziamento lordo è più alto in Grecia (25%) e Italia (23%)”, rileva il report dell’agenzia di rating. Tuttavia nel complesso i governi dell’area euro dovranno emettere meno debito quest’anno rispetto al 2010, con un calo del 13% a 1.607 miliardi di euro complessivi. Un calo considerevole reso possibile dall’adozione dei tagli di bilancio varati dagli Stati membri dell’euro. E anche se l’effetto sarà controbilanciato da più elevate scadenze di debito a medio e lungo periodo, le esigenze di finanziamento lordo sono ora su un trend calante.