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Azionario UK, I quattro driver della performance

7 Marzo 2017 10:31
 
Nel 2017 il mercato azionario UK verrà influenzato da molti degli stessi fattori che hanno dominato il 2016, vale a dire l’Eurozona, la Cina, la nuova amministrazione americana, e soprattutto la Brexit. Secondo David Docherty, Fund Manager, UK Equities, di Schroders è importante inserire questi fattori in un più ampio quadro macro: ovvero il rafforzamento dell’economia globale che dovrebbe sostenere il trend di normalizzazione dei rendimenti dei bond governativi; l’inflazione; la crescita e la politica monetaria. Quanto ai rischi, la maturità del ciclo economico, soprattutto in USA, UK e Cina, con il tempo diventerà un vento contrario, con le politiche monetarie sempre più restrittive. “Con l’indice VIX ai minimi storici, l’umore degli investitori è ottimistico e quindi vulnerabile a bruschi risvegli”, dice Docherty, che analizza nel dettaglio i quattro fattori di maggiore influenza per i mercati Uk.
 
Brexit, una rottura difficile da attuare
 
Secondo Docherty, Theresa May innescherà l’articolo 50 entro la fine di marzo 2017, ma saranno i due anni di negoziati che seguiranno ad avere l’influenza maggiore sulle società locali e sui mercati. “I toni della risposta dell’Unione europea a Londra saranno importanti e probabilmente non saranno né da colomba, né particolarmente positivi per l’azionario UK – dice il gestore – Certamente man mano che proseguiranno le trattative, ci aspettiamo di assistere a periodi ricorrenti di volatilità sui mercati”.
 
Settori sensibili
 
A livello settoriale, il comparto retail sarà particolarmente suscettibile al processo di uscita dall’UE e l’indebolimento della sterlina successivo al voto referendario sta già iniziando a danneggiare i margini societari per via dell’aumento dei prezzi dei materiali grezzi. “Anche il potere di acquisto dei consumatori britannici sarà vulnerabile all’inflazione importata, colpendo i redditi disponibili delle famiglie in un momento in cui i risparmi sono già bassi”, aggiunge Docherty. Dall’altro lato, la sterlina più debole sta già avendo effetti benefici sulle esportazioni e anche altri comparti, come quello dei finanziari, finiranno sotto i riflettori. “Gli alti e bassi dei negoziati dovrebbero generare anomalie nelle valutazioni su diversi titoli, creando opportunità per lo stock picking”, spiega Docherty.
 
La Trumponomics che verrà
 
Quanto a Trump il gestore ritiene che l’impegno per una maggiore deregolamentazione sia positivo per il mercato e che sia attuabile tramite ordini esecutivi, senza l’approvazione del Congresso. “Tutto ciò, insieme alla nomina di funzionari pro-riforme, alleggerirà diverse aree, come i servizi finanziari, l’energia, le comunicazioni e il lavoro”, spiega Docherty. Per gli investitori emergeranno quindi molte opportunità con il processo di riforma fiscale. Quanto alla sanità, che è un’altra priorità di Trump, l’abrogazione del Dodd-Frank Act appare improbabile nel breve, mentre è plausibile un allentamento della regolamentazione che dovrebbe sostenere l’erogazione di credito. “Altrove, Trump incontrerà ostacoli legislativi e finanziari nel cercare di tener fede alle promesse sulle infrastrutture: alcuni titoli di società di costruzione appaiono vulnerabili ora, dopo aver sovraperformato”, dice Docherty. Che aggiunge: “La questione più preoccupante per i mercati è forse dovuta al tono protezionistico di Trump sul commercio, anche se riteniamo che alla fine il Presidente sarà abbastanza pragmatico da evitare grosse ostilità”.
 
Eurozona: politica ed economia
 
Quanto all’Eurozona, la view di Docherty è positiva grazie ai maggiori investimenti societari, alla crescita più rapida dei consumi e all’incremento del commercio. Non ultimo, i fondamentali del mercato del lavoro stanno migliorando. “Sarebbe però poco saggio ignorare l’impatto potenziale delle elezioni in Francia, Olanda e Germania – spiega il gestore – Tuttavia, riteniamo che le condizioni relativamente benevole continueranno a offrire supporto all’economia britannica e all’equity UK”.
 
Cina dietro le quinte
 
La Cina, infine, non preoccupa più come a inizio 2016, ma potrebbe invece preoccupare un certo grado di disinteresse. “Nel breve – dice Docherty – ci aspettiamo un modesto rallentamento dell’economia. I rapporti commerciali con gli Stati Uniti saranno cruciali per i mercati, così come l’andamento dello yuan”. “Le politiche protezionistiche sarebbero dannose sia per la Cina che per gli Usa, quindi i mercati si concentreranno sul pragmatismo di Trump. Quanto al Regno Unito, il settore estrattivo sarà il più sensibile agli sviluppi in Cina”, conclude Docherty.