Notizie Notizie Mondo Azionario rimane l’asset class più interessante, occhio di riguardo sugli anticiclici

Azionario rimane l’asset class più interessante, occhio di riguardo sugli anticiclici

11 Febbraio 2020 15:15

I principali rischi politici su cui si sono concentrati gli investitori l’anno scorso sono decisamente diminuiti in queste prime settimane del 2020. Lo dice Alessandro Allegri, ad di Ambrosetti Asset Management SIM, secondo cui gli accordi raggiunti relativamente al conflitto commerciale Usa-Cina, il definitivo via libera ad una hard-Brexit e le conferme di stabilità sul fronte politico Euro, sono sembrate, in prima istanza, le condizioni ideali e necessarie per la convalida e il proseguimento del rally azionario e, più in generale, della fiducia verso le attività con più rischio e più rendimento atteso.

Primi effetti del coronavirus sui mercati

I mercati finanziari hanno dunque iniziato il nuovo anno con un atteggiamento positivo che ha spinto inizialmente gli asset più rischiosi verso nuovi massimi. In questo clima, spiega Allegri, è arrivata poi, dalla Cina, la doccia ghiacciata del “coronavirus” che ha raffreddato gli umori e che sta tenendo alta la preoccupazione. I primi effetti sui mercati si sono focalizzati geograficamente, colpendo in particolare le aree immediatamente interessate (Hong Kong -6,6%) contrapposte a reazioni più controllate sugli altri indici. La misurazione dei potenziali danni all’economia risulta estremamente difficile e prematura non avendo nemmeno la possibilità di una valutazione oggettiva delle conseguenze di espansione del contagio e della gravità dello stesso.

Secondo il ceo di Ambrosetti AM SIM, l’eventuale sviluppo di una grave crisi avrebbe indubbi impatti sostanziali sulla crescita, in parte globale ma certamente per il mercato cinese che risulta essere già sotto pressione a causa dell’incertezza commerciale degli ultimi anni e che sarebbe chiamato ad attuare politiche decisamente più aggressive in termini di stimoli da sommare agli sforzi già in atto di riduzione della leva finanziaria e di sostegno della domanda interna.

L’azionario è l’asset class su cui puntare

L’espansione globale che sta caratterizzando i mercati da più di dieci anni, e che preoccupa in termini di durata temporale, è stata, tuttavia, notevolmente ridotta rispetto ai dati di espansione medi. Questo, sottolinea Allegri, supporta l’ipotesi che la crescita possa protrarsi molto più a lungo soprattutto con le attese di investimenti privati strutturalmente più sostenuti. In generale si sta leggendo una netta riduzione del paventato rischio di recessione e le attuali tensioni di carattere esogeno, ancora da capire se aventi valenza di segnale o solo di rumore, non mutano dunque le condizioni di fondo a livello di attese. L’improbabilità che le principali banche centrali diventino meno accomodanti, il raffreddamento delle ostilità commerciali ed il miglioramento diffuso dei dati ciclici hanno indubbiamente rafforzato la percezione di un sentiment positivo tra gli operatori in un’atmosfera in cui gli investitori sono più preoccupati di perdere parte del rally dei mercati che non dei rischi che potrebbero impedirlo. L’azionario, rimarca il manager, rimane l’asset class preferita in questa fase per la ricerca di rendimento. All’interno di questa scelta allocativa la preferenza di Ambrosetti AM SIM si focalizza tuttavia su settori anticiclici e su tematiche ad oggi in condizioni di sottovalutazione.

Sugli investimenti obbligazionari il tema non è più di carattere tattico ma ormai strutturale. Il mercato è radicalmente mutato negli anni ed i paradigmi con cui si dovrà convivere sono definiti. In buona parte delle economie nel mondo i tassi d’interesse sono praticamente scomparsi, azzerati o talmente contenuti da annullare le opportunità di guadagno per tutti gli investitori tradizionali. Anche la soluzione adottata negli ultimi anni di aumentare contemporaneamente la durata e i rischi di credito, rinunciando gradualmente comunque a maggiori rendimenti, non appare più sostenibile a lungo ed ora l’attenzione si sposta tutta, dalla ricerca di un buon yield, alla capacità di valutazione delle future fluttuazioni dei prezzi. Questo, conclude Allegri, permetterà attraverso un atteggiamento più attivo e speculativo di gestire meglio le dinamiche di rischio e di rendimento su questi strumenti. Rimanere ancorati ai vecchi schemi di gestione esporrà invece sempre più ad ottenere un rischio senza interessi.