Azionario globale, Nicchie di crescita anche in un contesto sfidante. Soprattutto tra gli Emergenti
Che cosa aggiungere dopo l’addio della Gran Bretagna all’Unione europea e la vittoria di Trump alla presidenza americana? Che ci troviamo nell’ottavo anno del secondo più lungo mercato rialzista della storia, ma che – al posto di un naturale, anche se moderato, ottimismo – tra gli investitori prevale ansia e incertezza. E i timori continueranno a persistere nel breve termine, in quanto gli investitori continueranno a dare un peso maggiore ai rischi politici e macroeconomici piuttosto che ai fondamentali delle singole imprese. “Questa situazione incrementa i timori nei confronti di un mercato azionario rialzista, che è diventato sempre più complesso”, conferma Scott Berg, gestore del fondo T. Rowe Global Growth Equity, T. Rowe Price.
Nicchie di crescita
Secondo Berg, questa complessità si focalizza sul quesito circa la capacità delle imprese globali di migliorare i propri utili in un mondo dalla crescita modesta. Ma, nonostante il quadro economico resti confuso e la crescita globale stia andando verso un periodo di contrazione nel breve periodo, ci sono numerose azienda i cui fondamentali stanno migliorando. “Nonostante gli utili siano deboli nell’insieme, permangono nicchie di crescita molto interessanti – dice Berg – Abbiamo identificato molti titoli con potenziale di miglioramento nella prossima fase del ciclo economico”.
Mercati emergenti
L’area più interessante è quella dei Mercati Emergenti, che continua a mostrare un forte potenziale di crescita domestico, visto che molte economie continuano a trarre vantaggio dai driver demografici e dei consumi di lungo termine. “Nei mercati sviluppati, dove l’outlook di crescita è tenue, crediamo invece sia opportuno aumentare l’esposizione per selezionare segmenti contrarian e ciclici. E ciò richiede un orizzonte temporale di lungo termine, visto che la volatilità di breve periodo è inevitabile”, aggiunge il gestore. Secondo il gestore, inoltre, il contesto per gli investimenti azionari è meno netto che negli anni passati. Gli investitori sono stati cauti nei confronti dei titoli con caratteristiche cicliche, mentre hanno continuato ad accumulare titoli con qualità difensive e profili di bassa volatilità. Ora però c’è l’opportunità di comprare titoli ad alta qualità e con potenziale di miglioramento durante i periodi di debolezza.
Rendimenti sì, ma più modesti
Ma dove rivolgersi? I rischi di un investimento oggi sono numerosi: l’aumento delle tensioni politiche, la prospettiva di un deterioramento nel ciclo del credito dovuta ai prezzi del petrolio e la probabilità di default societari in Cina sono i rischi prevalenti. “Detto questo, ulteriori aumenti dei tassi appaiono meno probabili e la politiche monetarie globali in generale restano accomodanti – dice Berg – I mercati rialzisti generalmente terminano con una recessione generalizzata o con lo scoppio di una bolla delle valutazioni, ma non vediamo segnali di nessuna delle due opzioni”. Secondo il gestore, le sfide che dovrà affrontare l’economia globale creeranno opportunità di acquisto, durante i periodo di debolezza in alcune aree, tra i titoli industriali, dei beni di consumo discrezionali e i Mercati Emergenti. Mentre suggerisce cautela nei confronti delle commodity, alla luce dei cambiamenti di lungo periodo in corso in Cina. “In conclusione, restiamo costruttivi nei confronti dei mercati azionari globali, anche se i rendimenti del mercato probabilmente tenderanno a essere più modesti in futuro. Come abbiamo visto negli ultimi anni, il sentiment oscilla tra alti e bassi. E questo creerà opportunità per investire nel corso di periodi di volatilità legati a specifici titoli. L’outlook comunque diventa più complesso e legato a titoli specifici”, conclude Berg.