Azionario, bond, materie prime, forex: i migliori e i peggiori del 2017. Il caso Belize (GRAFICI)
Con il 2017 che volge al termine, la domanda è imperativa: quali sono gli asset che hanno fatto meglio e peggio dall’inizio dell’anno? A dare la risposta è un articolo di Bloomberg, che fa il punto della situazione sull’azionario, i bond, le criptovalute, le commodities e il forex. Con tanto di grafici.
Il 2017 è stato indubbiamente un anno d’oro per Wall Street. Ma gli indici azionari Usa non sono stati sicuramente i soli a riportare un forte rally. Ci sono borse meno conosciute che hanno fatto decisamente meglio.
Sicuramente, l’azionario è stato sostenuto su base globale, grazie al sentiment bullish degli operatori e alla loro propensione al rischio, che in generale hanno premiato anche i debiti sovrani dei mercati emergenti e i bond corporate.
Per gli stessi motivi, il 2017 non è stato un anno da ricordare per gli asset reputati più sicuri o per quelli meno volatili – come per esempio i bond giapponesi -, che sono rimasti indietro.
Sicuramente, è stato invece l’anno delle criptovalute, con il Bitcoin balzato del 1500% e altre rivali, come l’Ethereum e il Litecoin, che sono volate di almeno il 6000%.
Partendo dall’azionario, il primo posto nella lista degli indici di borsa migliori a livello globale spetta alla Borsa ucraina, che ha messo a segno un balzo dell’80%, seguita dalla borsa del Kazakhistan (+64%). Si è difesa molto bene anche la Mongolia.
L’ottima performance della borsa Ucraina si spiega con la fiducia accordata al paese dal Fondo Monetario Internazionale, che nel mese di maggio ha parlato di “segnali di ripresa” per l’economia e di “basi promettenti per una crescita futura”. Indubbiamente, il rally del listino deve essere inquadrato comunque nel contesto di caccia ai rendimenti che ha portato gli investitori a puntare sui mercati emergenti, nella speranza di ottenere guadagni più consistenti.
Non è andata bene, invece, alle borse del Qatar e del Pakistan.
Bloomberg tiene a precisare poi di avere escluso il rally poderoso, pari a +3.865%, della borsa venezuelana, in quanto i guadagni sono “stati quasi interamente provocati dalla rapida svalutazione della moneta).
Passando ai bond, invece, Bloomberg fa notare che il toro che scalpita da 30 anni sul mercato del reddito fisso ha sfidato ancora con successo le previsioni bearish, secondo cui il rialzo più veloce dell’inflazione e dei tassi avrebbe decretato la sua fine nel 2017.
Niente di tutto questo: e i bond migliori sono stati quelli di Grecia e Argentina.
Boom tra i mercati emergenti anche per i bond sovrani del Belize, che sono schizzati del 38,7%, mentre chi ha puntato sui bond venezuelani ha assistito a crolli superiori a -55%.
In particolare le obbligazioni del Belize hanno beneficiato della revisione al rialzo del rating annunciata ad aprile da Moody’s Investors Service.
Riguardo ai bond americani High Yield, a essere esaminati sono stati i bond industriali facenti parte dell’indice Bloomberg Barclays US Corporate High Yield Total Return Index.
Rally nel 2017 soprattutto per il bond emesso da Ajecorp BV, con scadenza nel 2022, balzato di oltre +82%, mentre il bond Cenveo, con scadenza nel 2022, è capitolato di oltre il 70%.
Riguardo ai corporate bond dei mercati emergenti, al podio sono salite le obbligazioni emesse da una società energetica indonesiana, mentre quelle legate al gigante brasiliano attivo nel mercato dell’edilizia Odebrecht – coinvolto tra l’altro in uno scandalo di corruzione – sono state oculatamente evitate.
Nel mercato delle commodities, si è messo in evidenza il rally del palladio, utilizzato di norma nella realizzazione di strumenti di controllo delle emissioni inquinanti nei veicoli a benzina. Il boom da inizio anno è stato superiore a +50%.
L’anno è stato ricco di guadagni anche per il rame e l’alluminio, che hanno beneficiato delle migliori prospettive di crescita dell’economia globale. Un rafforzamento dei fondamentali comporta di fatto un utilizzo maggiore dei metalli industriali.
Le materie prime peggiori sono state invece lo zucchero e il gas naturale. Il primo, a causa delle preoccupazioni sull’eccesso di offerta a livello mondiale; il secondo, che ha testato tra l’altro proprio di recente il minimo in dieci mesi, sta scontando il secondo inverno caratterizzato da temperature miti, che si è tradotto in una decisa accumulazione delle scorte.
Sul fronte del forex, le valute migliori sono state il nuovo metical del Mozambico (+21%), la corona ceca (+18%), e lo zloty polacco (+18%), mentre la peggiore è stata il sum dell’Uzbekistan. La buona performance della moneta del Mozambico si spiega con gli sforzi del paese volti a controllare l’inflazione, a seguito della crisi del debito.