Bitcoin perde quota, Seoul spaventa e si allarga cerchia ribassisti. Previsti quattro crash con crolli -40%
Il Bitcoin torna a perdere quota, in quello che si conferma un mese contrassegnato da una forte volatilità. Dopo aver aperto le contrattazioni a $15.196,19, i prezzi hanno bucato le soglie psicologiche di $15.000 e $14.000, precipitando sulla piattaforma GDAX fino a $13.801.
Rispetto al massimo di ieri testato a $16.490, il Bitcoin ha perso il 16%.
Il crollo segue il rally corposo che la moneta digitale ha messo a segno nelle ultime sessioni, dopo i forti smobilizzi della scorsa settimana che avevano mandato in fumo più di 9.000 dollari, portando la moneta digitale a segnare un tonfo del 44% e a capitolare anche sotto la soglia di $11.000, lo scorso venerdì. Appena quattro giorni prima, l’imponente trend al rialzo aveva portato i prezzi a un soffio da quota $20.000.
Riguardo alle altre criptovalute, Bloomberg riporta che il Ripple è salito dell’8%, mentre l’Ethereum e il Litecoin hanno perso terreno.
Stavolta, il motivo del forte sell-off porta il nome di Seoul.
Le autorità di mercato sudcoreane hanno deciso infatti di porre un freno alla febbre per il Bitcoin e per altre criptovalute, con misure che vanno dal divieto di aprire conti anonimi legati alle monete digitali a una nuova legislazione che permetterebbe alle autorità stesse di chiudere piattaforme di scambio dedicate alle valute virtuali, in caso di necessità.
I vari annunci non hanno fatto altro che alimentare l’incertezza di fondo, diffusa tra gli operatori di mercato e anche tra gli analisti.
Come ha fatto notare in un’intervista a Bloomberg Edward Strinngham, direttore generale dell’American Institute for Economic Research, gruppo di ricerca con sede in Massachusetts, “non riusciamo a prevedere se il valore ‘finale’ del Bitcoin sarà zero, o $1 milione, o qualcosa nel mezzo”.
Ric Spooner, analista presso CMC Markets con sede a Sidney, ha detto invece di credere che nei prossimi mesi il Bitcoin potrebbe scendere a $8.700 o a $5.700.
La cerchia dei pessimisti sembra allargarsi, se si considera inoltre che, secondo Nick Colas di DataTrek Research, analista che copre il Bitcoin da almeno quattro anni, oltre alle violente fluttuazioni dei prezzi, la moneta digitale soffrirà anche quattro crash, con crolli che saranno pari ad almeno -40%.
Alla fine, a suo avviso, il prezzo potrebbe attestarsi al valore ragionevole di $14.035, in calo dell’11% rispetto ai livelli riportati nella sessione di ieri.
Secondo Colas, la volatilità tenderà inoltre a salire ulteriormente nel 2018.
Dopo il boom dei prezzi +1.600% segnato quest’anno, l’analista ritiene che il range di oscillazione dei prezzi sia destinato ad ampliarsi in modo notevole, tra $6.500 e $22.000.
“Il punto è che il Bitcoin potrà segnare un rally fino a $22.000 ed essere ancora ragionevolmente prezzato, o crollare fino a $6.500, ed essere valutato anche in questo caso in modo corretto. Noi prevediamo che entrambi i prezzi saranno testati nel 2018″.