Azionario Asia misto, borsa Tokyo -0,32%. Alert inflazione in Cina dopo boom prezzi produzione
Azionario Asia misto: l'indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo si appresta a chiudere la sessione in calo dello 0,32%; la borsa di Shanghai segna un rialzo dello 0,18%, Hong Kong cede lo 0,24%, Sidney arretra dello 0,19%, Seoul sottoperforma con un calo dello 0,74%.
Focus sui dati arrivati dal fronte macroeconomico della Cina, entrambi termometro dell'inflazione nel paese.
Nessuna scossa dall'indice dei prezzi al consumo che, nel mese di maggio, è salito su base annua dell'1,3%, in misura inferiore rispetto al +1,6% atteso dal consensus. Su base mensile, il dato è sceso dello 0,2%.
Decisamente più preoccupante il trend dell'indice dei prezzi alla produzione, ovvero dei prezzi che le fabbriche impongono ai rivenditori all'ingrosso che, condizionati dai prezzi delle commodities più alti, sono volati del 9% su base annua nello stesso mese, al ritmo più forte dal 2008.
Il balzo è stato superiore al +8,5% atteso dal consensus e al +6,8% di aprile. Su base mensile, il rialzo è stato pari a +1,6%.
Tra l'altro nella giornata di ieri, la Commissione cinese di sviluppo e riforma nazionale, (NDRC-National Development and Reform Commission) - che rappresenta l'autorità numero uno per la pianificazione dell'economia - ha invitato tutte le autorità provinciali a rafforzare la loro supervisione sui prezzi del mercato delle materie prime, facendo il massimo degli sforzi per assicurare che l'offerta dei prodotti più importanti sia adeguata e che i prezzi siano in generale stabili.
La commissione ha praticamente garantito che agirà per tenere sotto controllo l'inflazione di alcuni beni, lanciando di conseguenza un controllo sui loro prezzi.
Riguardo ai rapporti Usa-Cina, da segnalare che, nella giornata di ieri, il Senato degli Stati Uniti ha dato il via libera a una proposta di legge volta a mettere l'America nelle condizioni migliori per competere contro la Cina.
Si tratta di un pacchetto di un valore superiore ai $200 miliardi, che devolve risorse a sostegno della ricerca, sviluppo e produzione della tecnologia negli Usa.
Focus sui dati arrivati dal fronte macroeconomico della Cina, entrambi termometro dell'inflazione nel paese.
Nessuna scossa dall'indice dei prezzi al consumo che, nel mese di maggio, è salito su base annua dell'1,3%, in misura inferiore rispetto al +1,6% atteso dal consensus. Su base mensile, il dato è sceso dello 0,2%.
Decisamente più preoccupante il trend dell'indice dei prezzi alla produzione, ovvero dei prezzi che le fabbriche impongono ai rivenditori all'ingrosso che, condizionati dai prezzi delle commodities più alti, sono volati del 9% su base annua nello stesso mese, al ritmo più forte dal 2008.
Il balzo è stato superiore al +8,5% atteso dal consensus e al +6,8% di aprile. Su base mensile, il rialzo è stato pari a +1,6%.
Tra l'altro nella giornata di ieri, la Commissione cinese di sviluppo e riforma nazionale, (NDRC-National Development and Reform Commission) - che rappresenta l'autorità numero uno per la pianificazione dell'economia - ha invitato tutte le autorità provinciali a rafforzare la loro supervisione sui prezzi del mercato delle materie prime, facendo il massimo degli sforzi per assicurare che l'offerta dei prodotti più importanti sia adeguata e che i prezzi siano in generale stabili.
La commissione ha praticamente garantito che agirà per tenere sotto controllo l'inflazione di alcuni beni, lanciando di conseguenza un controllo sui loro prezzi.
Riguardo ai rapporti Usa-Cina, da segnalare che, nella giornata di ieri, il Senato degli Stati Uniti ha dato il via libera a una proposta di legge volta a mettere l'America nelle condizioni migliori per competere contro la Cina.
Si tratta di un pacchetto di un valore superiore ai $200 miliardi, che devolve risorse a sostegno della ricerca, sviluppo e produzione della tecnologia negli Usa.