Azimut alza i target e vuole stupire in borsa anche nel 2020. Nuovo piano, dividendo e M&A negli Usa i prossimi catalyst
Primi passi del 2020 sullo stesso solco dello scorso anno per il titolo Azimut grazie anche alle nuove indicazioni sull’intero 2019 da record e alla revisione al rialzo del target di utile 2020. Il titolo balza di oltre il 5% e ha toccato un picco a 23,67 euro, a un soffio dai massimi toccati lo scorso novembre e che corrispondono ai top dal 2015 quando il titolo toccò un massimo storico oltre quota 27 euro. Azimut è stato il miglior titolo di tutto il Ftse Mib nel 2019 con un sonante +128% e segna già quasi +10% in queste prime sedute del nuovo anno.
Boom dell’utile nel 2019
Azimut ha annunciato oggi che prevede di chiudere il 2019 con il miglior utile netto consolidato di sempre, compreso fra 360 e i 370 milioni di euro. Riscontri ben oltre il target di almeno 300 milioni indicato dal gruppo guidato da Pietro Giuliani. Nel 2019 il gruppo ha registrato una raccolta netta di circa 4,6 miliardi, portando così il patrimonio complessivo a superare i 59 miliardi di euro (contro i 50 miliardi a piano e +16% rispetto a fine 2018). Alla fine del 2019 il totale del patrimonio raccolto gestito dalle realtà non domestiche del Gruppo ha raggiunto il 29% del totale, contro il 15% preventivato a piano.
Indicazioni che hanno spinto Azimut ad alzare l’asticella per il nuovo anno. L’utile netto per il 2020 è adesso stimato di almeno 300 milioni rispetto al range 250-300 mln indicato durante l’Investor Day del 4 giugno 2019. Questo ulteriore target, rimarca la società, sarà raggiungibile grazie ad una crescita su tutte le linee di business: la distribuzione in Italia, i prodotti alternativi e le attività estere.
“Nel 2019 abbiamo generato una performance media netta al cliente migliore del mercato e pari a circa il +8,5%. Non c’è modo migliore per festeggiare i 30 anni di storia di Azimut raggiungendo con successo, per la terza volta consecutiva, tutti gli obiettivi previsti dal piano quinquennale”, rimarca Pietro Giuliani, Presidente del Gruppo. Giuliani sottolinea poi come il gruppo sia stato il primo ad aver lanciato prodotti nel segmento dei private markets per democratizzare questa asset class, oltrepassando in pochi mesi quota 1 miliardo di euro di masse.
Numeri record in attesa del nuovo piano e shopping negli States
Il prossimo passo del gruppo di asset management sarà la presentazione del prossimo piano d’impresa quinquennale, in programma entro l’estate. Nelle scorse settimane Giuliani ha rimarcato che la performance del 2019 è frutto di una politica di espansione all’estero soprattutto sugli emergenti “e questo ci ha permesso di ottenere performance più elevate. Investiamo in economie ad alta crescita con un tasso di sviluppo maggiore delle altre aree e poi siamo gli unici in Italia ad avere gestori operativi sui mercati 24 ore su 24”. Giuliani, intervistato a fine 2019 da Il Sole 24 Ore, ha confermato che non è interessato ad acquisizioni in Italia, mentre guarda con interesse agli Stati Uniti, con interesse sia sul versante distributivo, sia su quello della gestione.
In 5 anni dividendi cumulati per almeno 7,8 euro
I dividendi cumulati distribuiti agli azionisti nei 5 anni del piano 2015-2019, includendo quanto verrà proposto al CdA convocato per il 5 marzo 2020, saranno pari ad almeno 7,8 euro per azione. Considerando tale proposta di dividendo, la media del payout complessivo nei 5 anni sarà superiore al 90% circa, superando ampiamente il target previsto da piano, ed equivalente ad un dividend yield medio cumulato del 44%.
Il consensus Bloomberg indica un dividendo relativo all’esercizio 2019, che sarà distribuito la prossima primavera, di 1,25 euro per azione (nel 2019 era stato di 1,5 euro).
Peninsula esce dal patto in ottica attuazione buyback
Arriva poi la conferma dell’uscita di Peninsula dal patto di sindacato, mossa propedeutica a dare maggiore flessibilità alla società di proseguire nell’attuazione del piano di buyback approvato dall’Assemblea dello scorso aprile, che ha fissato il limite massimo di acquisto a 50 euro per azione, pari a più del doppio rispetto ai livelli attuali.