Notizie Notizie Italia ‘Azienda decotta’: titolo Atlantia perde ma non crolla dopo attacco Di Maio. Salvini fa da assist

‘Azienda decotta’: titolo Atlantia perde ma non crolla dopo attacco Di Maio. Salvini fa da assist

28 Giugno 2019 10:56

Dopo le esternazioni del vicepremier Luigi Di Maio, il titolo Atlantia cede in Borsa, ma non crolla. Merito della spaccatura (l’ennesima) che proprio il caso Atlantia con il suo eventuale coinvolgimento nel salvataggio di Alitalia, ha creato nel governo M5S-Lega. Se il vicepremier pentastellato e ministro dello Sviluppo economico si accanisce contro la società, l’opposto fa il suo collega Matteo Salvini.

Già ieri il ministro dell’Interno e leader della Lega aveva mostrato di non approvare la linea di Di Maio. La conferma è arrivata oggi, attraverso un’intervista che è stata pubblicata da La Stampa:

“Stiamo parlando di una società che dà migliaia di posti di lavoro, è quotata in Borsa e fattura decine di miliardi di euro. Prima di dare giudizi sommari, quando ci sono di mezzo posti di lavoro io sono sempre molto attento”.

Non altrettanto attento è stato Di Maio, invece, che ieri, oltre a ribadire il no di Atlantia a qualsiasi piano per risollevare le sorti di Alitalia, ha paventato anche il peggio per il titolo:

Quando revocheremo le concessioni autostradali ad Autostrade (controllata di Atlantia, nel mirino del M5S per la tragedia del Ponte Morandi), “l’azienda perderà valore in Borsa. Se li mettiamo dentro Alitalia, faranno perdere valore anche agli aerei. Atlantia è decotta”.

Non si fa attendere la reazione della diretta interessata, con una nota diffusa a mercati chiusi:

“Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Toninelli ha affermato solo ieri ‘essere ancora in corso’ e determinano gravi danni reputazionali per la società”.

La società “si riserva di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders tutti”.

Titolo Atlantia, Equita SIM non cambia idea

Certo, non crollerà, ma il titolo Atlantia si conferma comunque il peggiore del Ftse Mib nella sessione odierna. Ed è reduce dalla drammatica seduta di due giorni fa, in cui ha perso 858 milioni in Borsa a causa dell’attacco del ministro Toninelli, arrivato a mercati aperti. Fonti finanziarie riportate da Repubblica avevano riferito che la Consob, capitanata dall’ex ministro degli Affari europei Paolo Savona aveva acceso un faro per monitorare il motivo dei violenti movimenti del titolo Atlantia che da mesi, tra dichiarazioni alterne della politica, fa balzi in avanti e indietro.

Equita SIM non ha cambiato il proprio giudizio sul titolo Atlantia:

“Lo scontro politico che sta coinvolgendo Atlantia è significativo in questa fase e andrà verificato se il primo ministro Giuseppe Conte interverrà per trovare una soluzione sulla vicenda, anche considerando che l’offerta vincolante per Alitalia dovrà arrivare entro il 15 luglio e il salvataggio della compagnia aerea rimane una priorità per il Governo”. Così commentando, Equita ha reiterato il rating ‘buy’ sul titolo Atlantia con target a 25,9 euro.

Tornando a  Salvini nell’intervista a La Stampa, precisa: “Non faccio il giudice o l’avvocato. Un conto sono gli aspetti legali, i processi penali, civili e i risarcimenti danni: chi ha sbagliato per il ponte pagherà. Altro conto è dire che un’azienda è decotta o fallita mettendo a rischio posti di lavoro. Prima di dirlo bisogna stare attenti. Ripeto oggi quello che ho detto l’anno scorso: chi ha sbagliato deve pagare, e visto che ci sono di mezzo dei morti, se c’è stata incompetenza, dolo, errori per risparmiare, bisogna pagare fino in fondo. Ma non faccio il giudice o l’avvocato: spetterà loro decidere chi e quanto dovrà pagare”.

Ancora: “Non collego il destino di Autostrade a quello di Alitalia o di altre opere pubbliche. Mi interessa che le autostrade siano ben gestite e costino meno possibile. Non ho pregiudizi. Leggevo che Di Battista sospetta amicizie con i Benetton e finanziamenti alla Lega: non ho mai conosciuto i Benetton né mai siamo stati amici. Ma i processi non si fanno sul giornale”.

Riguardo al dossier di Alitalia, le cose per Salvini stanno nel seguente modo:

“Entro venti giorni Alitalia o trova finanziatori o gli aerei per metà luglio non decollano più. Sarebbe un disastro. Non sottraggo lavoro agli altri, so che l’amico Luigi ci sta lavorando da mesi e sono convinto che gli aerei il 16 luglio decolleranno. Chi sarà il socio non mi compete, basta che sia serio. Non ho pregiudizi. E poi io mi occupo di altro, di criminalità organizzata, di immigrazione”.

Non può mancare il riferimento anche al caso Ilva, che rischia di chiudere i battenti il prossimo 6 settembre:

“Non solo Taranto e Genova, c’è Novi Ligure e l’indotto in Lombardia e Piemonte. Ci sono quindicimila posti di lavoro su cui non si può fallire. Come su Alitalia, Di Maio ci ha dato ampie rassicurazioni, mi fido del lavoro del collega. Se non erro settimana prossima incontrerà l’azienda: mi auguro che il ministero del lavoro trovi una soluzione”.

Il discorso Alitalia-Atlantia viene ripreso dal vicepremier di nuovo in mattinata, con un intervento ad Agorà su RaiTre:

“Il partner non lo scelgo io, basta che non ci siano pregiudizi: non ho mai incontrato nella vita un Benetton, non ho simpatia e non tifo per tizio o per caio, mi interessa solo che vengano messi in sicurezza quei posti di lavoro che sono importanti per l’Italia”. “Io non faccio l’avvocato difensore di nessuno ma l’unica cosa che non può succedere è che a metà luglio gli aerei di Alitalia restino fermi a Fiumicino o a Malpensa – ripete il leader della Lega – Ma ci sta lavorando il collega Di Maio, da mesi e io mi fido di lui: perchè non dovrei? A me basta che gli aerei continuino a portare in Italia turisti e lavoratori e a portare nel mondo gli italiani”.