Avvio di settimana con il piede giusto per le Borse europee: in rialzo anche l’Asia
Apertura in rialzo questa mattina per le principali piazze finanziarie del Vecchio Continente con Parigi che segna un progresso dello 0,40% a 3.872 punti, mentre a Londra l’indice Ftse guadagna lo 0,35% a 5.832 punti. Positive anche le Borse di Amsterdam (+0,36%) e Francoforte (+0,29%). Partenza positiva per Piazza Affari dove l’indice Ftse Mib segna un progresso dello 0,43% a 20.575 punti, mentre l’indice All Share guadagna lo 0,40% a 21.273.
Si allentano le tensioni sui mercati in vista della chiusura d’anno, ma sullo sfondo resta da risolsere il rebus della crisi del debito sovrano. Il Consiglio Ue, in programma a Bruxelles i prossimi 16 e 17 dicembre, darà qualche risposta: intanto è atteso il via libera ad un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi. Lo ha anticipato il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, che, in un’intervista con la tv tedesca Ard, ha spiegato che gli Stati membri potrebbero accettare minime variazioni al Trattato Ue per permettere al meccanismo di venire adottato dal 2013 per stabilizzare l’euro.
“Fino a quando non avremo una politica di bilancio comune, allora dovremo avere diversi tassi di interesse” sui bond governativi, ha aggiunto Schauble, respingendo così al mittente ancora una volta ogni possibile apertura sul fronte dell’emissione di eurobond. Il ministro delle Finanze tedesco ha comunque bollato come “speculazioni” le voci su possibili nuovi salvataggi nell’area euro, anche se ha ammesso che c’è “qualche nervosismo” nei mercati finanziari di Eurolandia.
Mentre la diplomazia in Europa fa il suo corso gli investitori asiatici hanno prestato orecchio alle decisioni delle autorità monetarie cinese per raffreddare l’inflazione che non hanno incluso un aumento dei tassi. I leader cinesi domenica hanno annunciato che incrementeranno gli sforzi per tenere i prezzi sotto controllo nel 2011. La banca centrale cinese ha aumentato la riserva obbligatoria per la terza volta in un mese, ma non ha fatto nulla sui tassi. Gli addetti ai lavori si aspettano una decisione in tal senso, anche se rimane incertezza sui tempi. “Non vedo grandi possibilità di un aumento dei tassi entro la fine dell’anno”, ha commentano l’analista di Huaxi Securities, Cao Xuefeng, aggiungendo che questo dovrebbe sostenere l’azionario nel breve.
L’inflazione cinese si è portata a novembre ai massimi da ben 28 mesi. Il dato, diffuso sabato, ha mostrato un indice cpi in crescita del 5,1% su base annua, contro il +4,4% di ottobre e a fronte di attese per un +4,7%. Oltre le stime si è portata anche la produzione industriale cinese: +13,3% in novembre contro il 13% atteso. Più 18,7% per la produzione industriale, su attese per un dato in crescita del 18,8%.
Intanto Pechino, secondo diverse fonti Reuters, sarebbe pronta ad estendere per altri tre mesi l’incremento selettivo dei coefficienti di riserva obbligatoria che riguarda sei delle maggiori banche del paese, i cui termini scadono questa settimana. Si tratterebbe di un ulteriore passo verso quella politica di restrizione monetaria che la banca centrale cinese andrà probabilmente ad intensificare nei prossimi mesi. Venerdì scorso Pechino aveva varato l’ennesimo rialzo ufficiale – sesto del 2010 e terzo soltanto in dicembre – per le riserve delle banche commerciali presso l’istituto centrale.
Quanto basta per scaldare i listini dell’area asiatica, con la Borsa cinese che sale di quasi il 3% e con l’indice Msci delle Borse asiatiche, che non tiene conto di Tokyo, in guadagno dello 0,27%. L’indice Nikkei di Tokyo ha chiuso le contrattazioni in progresso dello 0,8%. In territorio positivo anche Hong Kong positiva con i trader sollevati dalla decisione delle autorità cinesi. Bene Shanghai che sale del 2,9%, il maggior rialzo percentuale degli ultimi due mesi.