Auto: l’effetto incentivi sostiene ancora le immatricolazioni a gennaio (+30,2%), giù gli ordini
Un inizio anno a due facce per il mercato automobilistico italiano. Da un lato l’effetto incentivi che ha sostenuto anche nel mese di gennaio l’intero comparto, come era avvenuto per buon parte del 2009, e dall’altro lato il brusco calo degli ordini. Uno scenario in chiaro scuro che fa sbandare Fiat, peggior titolo del Ftse Mib.
L’industria automobilistica italiana ha dunque mantenuto il piede sull’acceleratore a gennaio. Sono state immatricolate 206.341 autovetture con una crescita rispetto allo stesso mese del 2009 del 30,2%. Ma non bisogna farsi portare fuori strada dall’entità dell’aumento. “Il confronto si fa con un mese, gennaio 2009, in cui le immatricolazioni, nel pieno della crisi innescata a settembre 2008 dal fallimento di Lehman Brothers e in assenza di incentivi, fecero registrare un calo del 32,6%”, rimarca il Centro Studi Promotor (CSP) in una nota. Detto questo, il risultato del gennaio 2010 rimane tuttavia decisamente inferiore a quelli normali per il primo mese dell’anno in cui sul mercato italiano si registra sistematicamente il picco annuale di immatricolazioni.
Per valutare però la situazione a 360 gradi, bisogna tenere in considerazione, precisa sempre il CSP, che “il risultato di gennaio è stato determinato in misura decisiva dal portafoglio ordini di ben 350 mila autovetture esistente al 31 dicembre 2009, portafoglio accumulatosi perché la normativa incentivi dello scorso anno consente di immatricolare fino al 31 marzo 2010 le vetture ordinate con bonus entro il 31 dicembre”. I conti sono presto fatti: gennaio, per quanto riguarda le immatricolazioni, è stato salvato dagli incentivi 2009.
Ma le vere note dolenti arrivano dal fronte raccolta ordini. Per il 2010 gli incentivi non sono ancora rinnovati, ma è stato ufficialmente annunciato che un rinnovo ci sarà. Nell’attesa dall’inizio di gennaio si è verificato un blocco pressoché totale degli ordini. “Nessuno è infatti disposto a comprare oggi a 100 quello che potrà avere domani a 90 – spiega il CSP – Il portafoglio ordini esistente a fine 2009 dovrebbe consentire un discreto risultato anche in febbraio, ma se il Governo non assume alcuna decisione sugli incentivi 2010, la raccolta di ordini continuerà ad essere fortemente depressa con la possibilità che in marzo vi sia un crollo drammatico anche delle immatricolazioni”.
Per valutare però la situazione a 360 gradi, bisogna tenere in considerazione, precisa sempre il CSP, che “il risultato di gennaio è stato determinato in misura decisiva dal portafoglio ordini di ben 350 mila autovetture esistente al 31 dicembre 2009, portafoglio accumulatosi perché la normativa incentivi dello scorso anno consente di immatricolare fino al 31 marzo 2010 le vetture ordinate con bonus entro il 31 dicembre”. I conti sono presto fatti: gennaio, per quanto riguarda le immatricolazioni, è stato salvato dagli incentivi 2009.
Ma le vere note dolenti arrivano dal fronte raccolta ordini. Per il 2010 gli incentivi non sono ancora rinnovati, ma è stato ufficialmente annunciato che un rinnovo ci sarà. Nell’attesa dall’inizio di gennaio si è verificato un blocco pressoché totale degli ordini. “Nessuno è infatti disposto a comprare oggi a 100 quello che potrà avere domani a 90 – spiega il CSP – Il portafoglio ordini esistente a fine 2009 dovrebbe consentire un discreto risultato anche in febbraio, ma se il Governo non assume alcuna decisione sugli incentivi 2010, la raccolta di ordini continuerà ad essere fortemente depressa con la possibilità che in marzo vi sia un crollo drammatico anche delle immatricolazioni”.
E all’indomani dei dati sulle immatricolazioni di gennaio Fiat finisce sul fondo del Ftse Mib, con un calo pari a circa l’1% a 8,96 euro (apertura a 9,01 euro). Nel primo mese dell’anno la quota di mercato del gruppo torinese è stata pari al 32,02%, dal 32,07% di un anno prima, mentre le vendite hanno messo a segno un rialzo superiore al 30%. Ma a impensierire seriamente il mercato è il brusco calo degli ordini. Fiat Group a gennaio ha registrato una contrazione degli ordini del 50% rispetto al valore medio degli ultimi 3 mesi 2009.