Attesa per la Fed in versione Halloween: montano i dubbi su un nuovo taglio ai tassi
Sarà uno scherzetto o un dolcetto quello che Ben Bernanke proporrà stasera ai mercati? Il presidente della Federal Reserve aprirà stasera le danze del giorno di Halloween con una decisione sui tassi d’interesse fondamentale per l’umore dei mercati azionari internazionali. La mossa si conoscerà alle 19.15 ora italiana, ossia un’ora prima dell’orario usuale. Negli Stati Uniti infatti l’ora legale entrerà in vigore solo dalla prossima settimana.
Se fino a ieri tuttavia parevano non esserci dubbi tra gli operatori per un nuovo taglio di 25 punti base al 4,50%, oggi si respira un’aria diversa. A insinuare dubbi è un articolo del Wall Street Journal, per il quale la Fed potrebbe anche decidere di non muoversi.
Pochi giorni fa gli analisti di Dresdner Kleinwort scrivevano di attendersi che la banca centrale americana “prenderà i passi necessari per ridurre il rischio di una recessione negli Stati Uniti”, riferendosi a un ulteriore taglio, anche se “probabilmente avrebbe preferito poter aspettare ancora qualche settimana per valutare gli effetti del taglio di settembre”.
Anche per gli analisti dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo la riunione del Fomc si concluderà con un taglio dello 0,25% sia sui fed funds che sul tasso di sconto, con un comunicato dove verrà ripetuta “la valutazione di rischi verso il basso sulla crescita, pur mantenendo una forte vigilanza sull’inflazione”. Sulla decisione secondo Intesa impatterà anche l’andamento del prezzo del petrolio che “porterà inevitabilmente a ulteriori rialzi del prezzo dei carburanti, inasprendo i problemi dei consumatori”.
Ma davvero un’altra riduzione dei tassi consentirà alle Borse di proseguire sul sentiero dei rialzi così come avvenuto a partire dallo scorso 18 settembre? Non ne sono del tutto convinti in Euromobiliare. Nella nota mensile della Sim, pubblicata oggi, gli analisti parlano di un ottimismo ad ogni costo che “non ci fa sentire a nostro agio”, citando la coincidenza di Borse quasi ai massimi nonostante il rallentamento dell’economia Usa ed europea. “Il taglio dei tassi in USA come rete di protezione – si legge – non sempre funziona (vedi 2001) e la crescita dei paesi emergenti è un fattore positivo, ma bisogna vedere come supererà il test del brusco calo dei consumi in USA che inevitabilmente sarà innescato dalla crisi immobiliare”.
Un altro allarme è lanciato sempre oggi da Jim Caron di Morgan Stanley nel Global Strategy Bulletin settimanale. “Se la Fed inizierà a tagliare di più e più velocemente – spiega – si addentrerebbe nel territorio del moral-hazard, suggerendo che è ok investire in attività rischiose e contare sul fatto che poi sarà la banca centrale a intervenire”.