Attacchi da Moody’s, Der Spiegel e Renzi, governo si arena su nome Savona. Rischio Black Monday sui mercati
E’ stato un venerdì di passione per l’Italia con le tensioni politiche che hanno toccato nuovi picchi di pari passo con lo spread Btp-Bund schizzato ai massimi dal 2014. Dopo una giornata difficile anche per Piazza Affari (-1,54% il Ftse Mib), è arrivato un nuovo avvertimento per l’Italia, questa volta da parte di Moody’s, che vede l’attuazione delle misure previste dal contratto di governo M5S-Lega in grado di incrinare i conti pubblici del paese. L’agenzia di rating ha così posto sotto revisione per un downgrade il merito di credito dell’Italia, attualmente a Baa2, alla luce dei rischi posti dalle politiche della nuova coalizione di governo.
Avvertimento di Moody’s che dovrà essere digerito lunedì dai mercati, già reduci da una settimana di passione per Btp e Piazza Affari. Se entro lunedì non ci saranno sviluppi sul fronte squadra di governo il rischio è di nuove violente vendite sugli asset italiani. Ieri lo spread Btp-Bund si è spinto fino a 216 pb (massimi dal 2014), con rendimento del decennale salito nel corso della giornata sopra il 2,5%.
In serata poi è arrivato il tweet perentorio di Matteo Salvini: “Sono davvero arrabbiato”. Il leader della Lega insiste sul nome di Paolo Savona per il Dicastero dell’Economia, su cui però ci sono forti perplessità da parte del Quirinale e anche sui mercati è alto il timore legato alla presenza di una figura euroscettica alla guida del Tesoro. Nell’incontro di ieri tra Sergio Mattarella e il premier incaricato Giuseppe Conte sembra che proprio il nome di Savona abbia indotto a una nuova frenata per la formazione del governo con il giuramento del’esecutivo che fino a ieri era atteso per il weekend. Situazione che stando a quanto riportato oggi da alcuni organi di stampa starebbe nuovamente inducendo la Lega a pensare di far saltare il tavolo e andare alle elezioni.
Der Spiegel parla di Paese “scroccone”
Dalla Germania pesante attacco del settimanale Der Spiegel che parla di paese “scroccone”. Rispetto all’Italia la Grecia è una bazzecola – recita l’articolo firmato da Jan Fleischauer – se gli italiani decidono di non voler assolvere ai loro pagamenti, l’euro è alla fine e la Germania perderà tutti i soldi impegnati per salvarlo”.
Sul fronte spread è arrivato l’affondo dell’ex segretario del Pd, Matteo Renzi. Lo spread non sale perché l’Europa è cattiva, ma perché da 84 giorni c’è un teatrino ridicolo – scrive l’ex segretario Pd sul suo profilo Twitter – . La coneguenza? Meno mutui alle famiglie, meno credito alle imprese. Di Maio e Salvini: se volete sapere di chi è la colpa, non fate dirette Facebook contro Bruxelles. Fatevi un selfie”.
Moody’s boccia il contratto M5S-Lega, rating a rischio
Moody’s ha detto che valuterà l’impatto creditizio delle politiche fiscali ed economiche del nuovo governo di coalizione, che includono misure fiscali e di spesa e l’annullamento di alcune riforme precedentemente attuate.
Moody’s indica due motivi chiave per cui ha messo sotto revisione il rating sovrano sull’Italia: il rischio significativo di un indebolimento della forza fiscale dati i piani fiscali del nuovo governo di coalizione; e in secondo luogo il rischio che lo sforzo di riforme strutturali si fermi e che le riforme del passato come la riforma delle pensioni attuata nel 2011 (riforma Fornero) siano invertite.
Il “contratto” per il governo firmato da M5S e Lega include misure fiscali e di spesa potenzialmente costose, senza proposte chiare su come finanziarle. Moody’s rileva quindi che l’Italia potrebbe ritrovarsi in una posizione fiscale più debole, non più forte.
Focus soprattutto sul tema pensioni. Una riduzione generalizzata dell’età pensionabile avrebbe un impatto rilevante sulla sostenibilità del sistema pensionistico. Moody’s rileva che l’Italia spende già quasi il 16% del PIL per le pensioni, uno dei rapporti più alti nelle economie avanzate. Le attuali stime a lungo termine, aggiunge Moody’s prevedono una spesa pensionistica relativamente stabile come percentuale del PIL nei prossimi decenni, contrariamente ad alcuni altri paesi dell’UE, tali stime si basano su ipotesi ottimistiche per la crescita demografica e le tendenze occupazionali.