News Notizie Italia Atlantia: senza soldi stop investimenti Autostrade. Aiscat: ‘qui non c’è linea di governo’

Atlantia: senza soldi stop investimenti Autostrade. Aiscat: ‘qui non c’è linea di governo’

Pubblicato 25 Maggio 2020 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:21
Atlantia, la holding che fa capo alla famiglia Benetton, ha annunciato con un comunicato stampa la decisione di rinviare "la realizzazione di altri investimenti" sulla rete autostradale controllata da Autostrade, dando mandato ai suoi legali per "la tutela della società e del Gruppo, visti i gravi danni" provocati dalle mancate risposte della politica italiana. Mancate risposte da "due anni".

osì si legge nel comunicato, diramato al termine di una riunione straordinaria del cda in data 22 maggio 2020.

"Il CdA ha preso atto che, ad oggi, non è ancora pervenuta alcuna risposta alla proposta formale inviata da ASPI al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti lo scorso 5 marzo, al fine di trovare una soluzione condivisa relativamente al procedimento di contestazione in corso ormai da quasi due anni. Mentre ASPI sta sostenendo tutti gli oneri per la costruzione del nuovo ponte di Genova (ormai completato) e ha immediatamente attivato i risarcimenti a persone e imprese, esternalizzando inoltre il sistema di ispezione delle infrastrutture, la situazione di incertezza continua purtroppo a protrarsi, pur avendo autorevoli esponenti dell'Esecutivo manifestato pubblicamente, fin dallo scorso febbraio, la propria disponibilità a valutare le proposte di ASPI, e dichiarato inoltre, a fine aprile, l'avvenuta conclusione dell'analisi del dossier".

Il comunicato rileva come "al tempo stesso, Cassa Depositi e Prestiti, con la quale nel 2017 era stata definita una linea di finanziamento di cui restano ad oggi inutilizzati 1,3 miliardi di euro, a fronte della richiesta di ASPI di inizio aprile per un importo di 200 milioni di euro, non ha ritenuto di dar corso finora ad alcuna erogazione, anche in ragione delle disposizioni introdotte dall'art. 35 del DL Milleproroghe. La società controllata ha inoltre avviato l'istruttoria con alcuni istituti di credito per poter accedere a un prestito garantito da SACE, così come previsto dall'art. 1 comma 7 del DL Liquidità per supportare le imprese in difficoltà finanziaria a causa dell'emergenza Coronavirus, tenendo in conto il ruolo svolto anche in termini di "incidenza su infrastrutture critiche e strategiche" e visto l'impatto sui livelli occupazionali e mercato del lavoro". Infatti il traffico sulla rete gestito da ASPI, nel periodo di lockdown, ha subìto un tracollo con punte massime dell'80%, generando una perdita di ricavi stimata in oltre 1 miliardo di euro per il solo 2020".

"In questo contesto - si legge ancora nella nota - il CdA di Atlantia ha espresso forte preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate mercoledì 20 maggio da un esponente del Governo, secondo le quali alla controllata ASPI dovrebbe essere precluso l'accesso alla garanzia pubblica. Affermazioni peraltro contrastanti con lo spirito e il dettato del decreto e basate piuttosto su valutazioni e criteri di natura ampiamente discrezionale e soggettiva verso chi sta dando un importante contributo allo sviluppo infrastrutturale del Paese, mediante un piano di investimenti di 14,5 miliardi di euro, dai rilevanti effetti sull'occupazione diretta e indiretta".

"Tutto ciò causa danni per Atlantia e le sue controllate. Per cui diventa impossibile per la società - che deve tutelare 31.000 dipendenti di cui 13.500 in Italia oltre all'indotto, rispondere ai propri creditori, bondholders e alle proprie controparti commerciali, oltre che a più di 40.000 azionisti nazionali e internazionali - non valutare di intraprendere azioni a tutela dei propri interessi".

Di conseguenza, "il CdA di Atlantia, pur continuando a confidare in una rapida e positiva soluzione della vicenda di ASPI, non ha potuto che deliberare:

‐ di dare indicazione alla propria controllata ASPI - ferma restando la sua facoltà di avvalersi di tutti gli strumenti convenzionali a propria tutela nei tempi e con le modalità previste - di utilizzare il finanziamento di Atlantia di 900 milioni di euro per garantire manutenzioni e investimenti per la sicurezza della rete, nel rispetto di tutti gli obblighi esistenti, rinviando di conseguenza la realizzazione di altri investimenti una volta rinvenute le necessarie dotazioni finanziarie;

‐ di dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società e del Gruppo, visti i gravi danni"

Immediata la risposta del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, con l'Ansa che ha riportato la reazione, citando alcune fonti:

"Premesso che nessuno, né tanto meno Atlantia, può permettersi di minacciare le istituzioni, è bene ricordare che determinate decisioni vanno aspettate con rispetto delle istituzioni e di coloro che hanno lavorato senza mai fermarsi alla procedura di caducazione".

Ma un monito al governo è arrivato a sua volta dal direttore generale dell'Aiscat, Massimo Schintu che, in un colloquio con l'ANSA sul caso Aspi, si è così espresso:

"Abbiamo fatto un dialogo con la ministra De Micheli, ma qui mi pare che ognuno si alzi e dica la sua, che non ci sia una linea di Governo", ha detto Schintu, sottolineando che da parte delle concessionarie "non si tratta di ricatti, ma di una presa d'atto da parte di tutto il sistema".