Notizie Notizie Italia Atlantia perde quota in Borsa: aumenta rischio revoca concessioni con relazione Mit

Atlantia perde quota in Borsa: aumenta rischio revoca concessioni con relazione Mit

1 Luglio 2019 10:50

Atlantia perde quota a Piazza Affari di fronte al rischio, sempre più concreto, di una revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia (Aspi) dopo la relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit. In un’ottava partita al rialzo per l’indice Ftse Mib, l’azione della holding controllata dalla famiglia Benetton, che controlla Aspi, si muove controcorrente e scivola sul fondo del listino principale con un tonfo del  3,3% a 22,15 euro. Resta  positivo il saldo da inizio anno, con il titolo Atlantia che mostra un guadagno di oltre il 20 per cento. In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Atlantia un prezzo obiettivo a 25,47 euro con potenziale upside del 14,4% circa

 

Sulla questione sempre più scottante  dela revoca si sofferma la stampa nazionale, e in particolate “Il Corriere della Sera” in edicola oggi guarda alla relazione del gruppo di lavoro interistituzionale istituito nell’ambito dell’ufficio di Gabinetto del Ministero dei Trasporti, secondo cui il crollo del Ponte Morandi di Genova (avvenuto lo scorso 14 agosto) rappresenta una grave inadempienza che “consente la revoca unilaterale della concessione” da parte del governo senza che quest’ultimo paghi una penale ad Atlantia. La penale potrebbe aggirarsi intorno ai 22-25 miliardi di euro.  Se partisse una procedura di revoca “sarebbe negativo”, facendo anche aumentare l’incertezza sul titolo. Sono di questo parere gli analisti di Equita Sim.

 

Autostrade: no grave inadempimento contrattuale

Autostrade per l’Italia dichiara, in una comunicato ufficiale, di non aver ricevuto alcuna comunicazione in relazione al procedimento in corso e di aver appreso solo da notizie di stampa dell’esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit. In particolare, Aspi contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come e’ richiesto dal procedimento amministrativo in essere.

 

Da tali anticipazioni non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione. Peraltro, la presunta violazione dell’obbligo di custodia, di cui all’art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sara’ restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova e interamente finanziata da Aspi.

Al fine di ristabilire un corretto quadro informativo, si legge nella nota diffusa stamattina da Aspi, i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti. La sussistenza di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione.  Da ultimo si ricorda che sono ancora ignote le cause interne o esterne che hanno determinato la tragedia e l’accesso alla documenta ione dei luoghi e dei fatti è ancora incompleto.