Notizie Notizie Italia Atene tiene col fiato sospeso l’Europa. Tensioni sulla Periferia. Si salva l’Italia e concede il bis

Atene tiene col fiato sospeso l’Europa. Tensioni sulla Periferia. Si salva l’Italia e concede il bis

27 Aprile 2011 08:22

La crisi del debito sovrano non dà tregua in Europa. Dalla Grecia la risposta è sempre la stessa: la ristrutturazione del debito non si farà. Ma i conti pubblici del piccolo Paese d’Europa non tornano e raccontano un’altra verità dai risvolti drammatici. I numeri comunicati ieri dall’Eurostat, l’ufficio statistico europeo, che ha fissato al 10,5% il rapporto fra il deficit pubblico e il prodotto interno lordo greco per il 2010, al di sopra delle stime governative che lo prevedevano al 9,4% e ad un livello secondo soltanto al 32,4% dell’Irlanda, non lasciano spazio ad interpretazioni alternative. Per Atene si tratta di un film già visto, dopo il deficit superiore al 12% del 2009 che ha precipitato le finanze pubbliche nell’occhio del ciclone finanziario. Così l’ipotesi che Atene smentisca la linea tenuta finora e annunci un allungamento delle scadenze sul debito o un taglio dei rimborsi si fa sempre più concreta.


Anche da Berlino arriva qualche ammissione. E’ stato un consigliere economico del cancelliere Angela Merkel ha aperto, per la prima volta, all’ipotesi di default sul debito ellenico. Con quel “Non credo che la Grecia riuscirà in questa strategia di consolidamento senza una ristrutturazione in futuro, se non addirittura nel prossimo futuro”, Lars Feld, membro del comitato dei consiglieri economici del governo ha soffiato sul fuoco della speculazione. “La Grecia farebbe meglio a ristrutturare prima, piuttosto che tardi”. In attesa che Unione europea e Fondo monetario trovino una quadra “le tensioni sui periferici si sono di nuovo intensificate”, segnala Richard McGuire, fixed income strategist di Rabobank.


Il tasso pagato dai titoli di Stato greci a due anni ha sfondato la soglia record del 24%, guadagnando tre punti in meno di una settimana, con un rendimento della scadenza decennale che paga oltre 12 punti percentuali (1.200 punti base) in più rispetto al Bund tedesco. L’instabilità ha contagiato gli altri Paesi periferici dell’area euro. “Un movimento guidato dai dati pubblicati sul bilancio Greco. Il rapporto debito/ Pil ha aggiunto nuove preoccupazioni. E’ corsa ai ripari anche Lch Clearnet, una società che offre servizi di liquidazione sulle transazioni finanziarie: il margine sul titolo portoghese e irlandese per coprire future coperture è stato portato al 35% dal 25%”, sottolinea questa mattina lo strategist. “Per oggi è grande l’attesa per l’asta dei Bund decennali e quella dei titoli di Stato olandesi a due e sette anni – prosegue l’esperto – . Il ritorno delle preoccupazioni sulla Periferia ci portano a pensare che queste aste saranno ben supportate. L’Italia collocherà 1,75 miliardi tra titoli di Stato a 5 e 10 anno euro-inflation”.


Ieri sono tornati a salire i rendimenti di Bot e Ctz, ma per lo Stivale si può tirare un sospiro di sollievo: almeno per ora, non c’è tensione sui mercati dei titoli di Stato. La domanda è stata buona, così il rimbalzo del valore riconosciuto agli investitori è dovuto al rialzo di un quarto di punto deciso ad inizio aprile dalla Banca Centrale europea, che potrebbe presto decidere una nuova stretta. In concreto per i Bot people i rendimenti sono saliti sopra l’1% netto mentre per le finanze pubbliche di un Paese ad alto livello di debito come l’Italia, alla fine, il conto potrebbe essere salato. I Bot semestrali hanno messo a segno un rialzo di un quarto di punto. Il Tesoro è riuscito senza difficoltà a collocarne per un totale di 8,5 miliardi di euro, visto che le richieste avevano raggiunto i 12,2 miliardi di euro. Ma il rendimento è comunque balzato a 1,666%, con un rialzo di 0,265 punti rispetto al livello di 1,396 euro toccati lo scorso 29 marzo, quando Trichet non aveva ancora deciso l’aumento dei tassi europei di 0,25 punti. Per trovare un livello più alto bisogna tornare a fine dicembre 2010, quando il rendimento si era attestato a 1,659%.


Eppure c’è chi consiglia di non dormire sonni tranquilli. “I dati sull’andamento del debito greco diffuse ieri dall’Eurostat hanno nuovamente allargato gli spread tra Paesi UE periferici” e titoli di Stato tedeschi. I bond greci a 2 anni hanno rendimenti che sfiorano il 24% e lo spread con i Bund sulla scadenza decennale si è allargato a 1.200 punti base”, sentenzia  Luca Comi di Centrosim. Così da qui a dire di mantenersi prudenti sul settore bancario il passo è breve. “Le performance dei titoli del settore bancario restano molto disturbate dalle tensioni sui debiti governativi dei Paesi UE ritenuti più a rischio. Ciò malgrado la bassa esposizione di sistema verso tali aree: secondo la BRI le banche italiane avevano nel terzo trimestre un’esposizione ai PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) di 80 miliardi rispetto ai 570 miliardi delle banche tedesche e 440 miliardi delle banche francesi”.