Asta BTP smorza paura Tria. Tassi a 10 anni in rialzo ma domanda carta italiana solida

La paura Tria per il momento sembra passata, complici i risultati positivi dell’asta indetta dal Tesoro: l’ultima, prima della pausa estiva, visto che, come reso noto lo scorso lunedì 23 luglio, il MEF ha comunicato che, “in considerazione dell’ampia disponibilità di cassa, non si effettuerà l’asta dei titoli a medio-lungo termine prevista per il 13 agosto 2018, nonché l’asta dei BTP€i del 28 agosto 2018”.
Oggi il Tesoro ha piazzato bond italiani per un valore totale di 7,5 miliardi di euro, tra BTP con scadenza a 5 e 10 anni e CCTeu a 7 anni.
Collocati in particolare 2 miliardi di euro di BTP a cinque anni, con un rendimento in lieve ribasso all’1,80%, rispetto all’1,82% dell’ultima asta.
Emessi anche BTP a 10 anni per 4 miliardi. In questo caso i tassi sono saliti al 2,87% rispetto al 2,77% dell’asta di fine giugno.
Infine, il Tesoro ha collocato CCTeu per 1,5 miliardi, con il rendimento in rialzo all’1,75%, dall’1,67% precedente.
La domanda della carta italiana è stata solida, visto che a essere venduto è stato tutto l’ammontare offerto.
La solidità è confermata dai rapporti bid-to-cover, che hanno segnalato un miglioramento rispetto ai risultati dell’asta di fine giugno: in particolare, per i BTP a 10 anni il rapporto è salito a 1,42, contro il precedente 1,26; per i BTP a 5 anni il bid-to-cover è migliorato a 1,47, rispetto al tasso di copertura che, lo scorso 28 giugno, era stato pari a 1,34, mentre per i CCTeu il parametro si è attestato a 1,6, in recupero rispetto agli 1,3 precedenti. In quest’ultimo caso, da segnalare che il rendimento medio dei CCTeu (con scadenza a settembre del 2025, è salito all’1,75% dall’1,67% di fine giugno.
Il mercato secondario ha reagito con favore alla notizia della ripresa della domanda, la cui solidità era stata messa nuovamente in dubbio a causa dei recenti rumor sui rapporti interni al governo M5S-Lega. In particolare, hanno spaventato negli ultimi giorni le indiscrezioni riportate da diversi quotidiani italiani sul rischio che Giovanni Tria potesse decidere di lasciare il dicastero dell’Economia, per le pressioni sulla manovra esercitate dal vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, non proprio interessato a rispettare i diktat e le varie regole dell’Ue sui conti pubblici.
Le tensioni sono state tali da portare i tassi dei bond decennali, stamattina, a salire fino al 2,77% in attesa dei risultati dell’asta, massimo in quattro settimane, per uno spread a 237 punti base, al record dallo scorso 12 luglio.
Dopo l’asta, la tensione si è smorzata, con i tassi al 2,76% e il differenziale Italia-Germania sceso fino a 232 punti base circa.
Prima che i risultati dell’emissione venissero diffusi, parlando della domanda dei titoli di stato italiani, in una intervista a Reuters Benjamin Schroeder, strategist di ING, aveva fatto riferimento all’importanza del carry trade, operazione con cui si ricorre a bassi costi di finanziamento per acquistare asset che presentano rendimenti più elevati, come per esempio i BTP.
“Con la sua forward guidance, la Bce ha praticamente fissato il carry trader prima del prossimo grande evento”, aveva detto, facendo notare come l’approccio soft della banca centrale – che non alzerà i tassi fino all’estate del 2019 – permetterà di compensare gli eventuali effetti negativi legati alla fine del QE, attesa per la fine dell’anno.
In generale, sul mercato obbligazionario globale, oggi si sono messi in evidenza anche i tassi dei bond giapponesi a 10 anni, che sono balzati al record dal febbraio del 2017, allo 0,11%, prima di chiudere rallentando allo 0,095% in attesa dell’annuncio della Bank of Japan, in calendario nella giornata di domani.
Il rallentamento si spiega con l’intervento della banca centrale che ha annunciato oggi l’acquisto, nella sessione odierna, di un ammontare illimitato di bond a un tasso fisso, per frenare la corsa dei tassi, volati per l’appunto al massimo in 18 mesi.
Tornando alla domanda dei bond italiani, bisogna vedere se questa reggerà alle presunte tensioni tra il ministro dell’economia e il vicepremier Matteo Salvini.
Dagli ultimi dati resi noti è emerso in particolare che i detentori stranieri di titoli di Stato italiani hanno smobilizzato volumi record di bond italiani, con un sell off che a maggio è stato di ben 36,8 miliardi di euro di bond italiani, più di ogni mese durante la crisi del debito euro 2011-2012. Ma i risultati dell’asta odierna lasciano ben sperare.