Notizie Notizie Italia Asset italiani in vista voto, parlano gestori. Gli scenari da SOS anche per euro e Ue

Asset italiani in vista voto, parlano gestori. Gli scenari da SOS anche per euro e Ue

27 Febbraio 2018 12:23

Gli strategist di Natixis sono un po’ sorpresi. Nessun panico sui mercati finanziari internazionali, e tanto meno su quelli domestici, in vista del voto del prossimo 4 marzo.  Trader e investitori hanno davvero scontato tutti gli scenari possibili, tra cui – oltre a quello più gettonato di una Grande Coalizione alla tedesca – la prospettiva di un’alleanza tra partiti euroscettici?  L’impressione è che i mercati stiano diventando un po’ troppo compiacenti e sicuri che il risultato delle urne sarà quello su cui stanno scommettendo: nessun partito otterrà la maggioranza in queste elezioni politiche italiane e l’unica cosa da fare sarà un’alleanza tra il PD di Matteo Renzi e Forza Italia di Silvio Berlusconi.

Ma questo, avverte Natixis stando a quanto riporta Bloomberg, non è l’unico scenario e gli analisti ammettono di essere piuttosto “sorpresi” per l’assenza di preoccupazioni sui mercati, visto che “la probabilità di una sorpresa negativa è tutto fuorché pari a zero”. A loro avviso, la chance che vinca una coalizione di euroscettici si aggira infatti attorno al 10%.

Una tale prospettiva viene vista come il classico “worst scenario”, ovvero come lo scenario peggiore che potrebbe concretizzarsi per Piazza Affari; il secondo peggiore è un’alleanza di centro-destra guidata dal leader della Lega, Matteo Salvini.

Dall’inizio dell’anno, il Ftse Mib di Piazza Affari ha guadagnato il 3,7% circa, a dispetto del forte sell-off che ha messo in ginocchio il mercato azionario globale. E a dispetto, appunto, del fattore voto.

Alcuni gestori ed economisti intervistati da Bloomberg spiegano il perchè di questo trend:

“Nell’ultimo periodo, gli investitori si sono abituati a elezioni europee caratterizzati da risultati inconcludenti – ha detto Marco Bonaviri, gestore senior di portafoglio presso Reyl & Cie a Ginevra – La prospettiva di un Hung Parliament seguito da lunghe trattative e anche quella di un governo di minoranza guidato dalla destra non avrebbe un grande impatto sul mercato italiano nel lungo termine. La sorpresa negativa peggiore sarebbe una maggioranza guidata dal M5S, che metterebbe sotto pressione l’euro e gli asset italiani. Noi abbiamo una bassa esposizione verso gli asset italiani, ma non stiamo cambiando la nostra strategia sulla base del voto”.

Così una nota, la società di gestione di fondi Blue Whale:

“Gli investitori stanno mostrando un elevato e insolito grado di compiacenza riguardo alla probabilità di questi risultati e nei mercati finanziari europei è prezzato al momento un rischio molto limitato. Il peggior scenario di una coalizione tra il M5S e la Lega, se concretizzato, rappresenterebbe una grave minaccia alla stabilità dell’Unione europea, se si considera la dimensione dell’economia italiana (terza in Europa) e la visione che entrambi i partiti hanno su questioni quali il deficit fiscale, l’euro e l’immigrazione“. Anche una coalizione in cui la Lega emergesse come il principale partito “presenterebbe grandi sfide”.

Tra gli interpellati da Bloomberg, anche Nadege Dufosse, responsabile dell’asset allocation presso Candriam, che sottolinea invece che “il contesto di crescita positiva e in accelerazione dell’Eurozona e una politica monetaria accomodante da parte della Bce mitigano il rischio politico delle elezioni italiane“, affermando tuttavia che, diversamente dalle elezioni francesi dello scorso anno, in questo caso “nella campagna elettorale manca una vera agenda di riforme“.

Toni meno improntati al pessimismo arrivano anche da Patrice Gautry, responsabile economista di Union Bancaire Privee:

“La view dei mercati sull’Italia rimarrà costruttiva, fino a quando la ripresa continuerà a essere in atto e il settore bancario proseguirà la fase di risanamento”. Gautry mette in evidenza che il trend e l’outlook delle banche stanno di fatto migliorando e che, in generale, la crescita degli utili appare sostenibile, a fronte di valutazioni relativamente moderate rispetto ad altri mercati europei e dei paesi avanzati. Di conseguenza, a suo avviso, “il trend di crescita dovrebbe continuare a sostenere la performance del mercato, a meno che dal risultato delle elezioni non arrivi una grande sorpresa negativa“.

Fiducia nell’Italia da parte di Lorenzo Batacchi, gestore di portafoglio presso Bper Banca e membro di Assiom Forex:

“Credo che l’Italia sovraperformerà quest’anno rispetto ad altri indici europei, visto che l’economia italiana è tornata finalmente a crescere e non viene più vista dall’estero come l’anello debole”.

In vista del voto, considerata la nuova legge elettorale, “esiste un po’ di obbligo politico verso la formazione di una grande coalizione“, fattore che verrebbe accolto comunque con favore. Batacchi crede che il mercato sarà più volatile in attesa del voto, visto che gli investitori diventeranno nel breve termine più difensivi. Tuttavia, a suo avviso, una performance peggiore dell’azionario (rispetto a quella di altri indici) legata al rischio politico si confermerebbe una opportunità di acquisto, visto che il paese continua a percorrere un sentiero di ripresa stabile e di crescita dei profitti, che quest’anno, dovrebbe aggirarsi attorno al 20%.

Riguardo al rischio che l’azionario italiano sottoperformi rispetto ad altri indici, il team di ricerca globale di UBS, intervistato da Cnbc, afferma che lo scenario di base non prevede nessuno shock di tipo macroeconomico o politico. Tuttavia, lo stesso team ha scritto in una nota dello scorso venerdì che “non può del tutto escludere un rischio di coda” che potrebbe scatenare un ribasso del 10-15% delle azioni italiane, rispetto ad altri benchmark europei.

Jacopo Ceccatelli, amministratore delegato di Marzotto SIM, afferma infine a Bloomberg che, escludendo la vittoria con maggioranza del M5S, tutti gli altri scenari non sono fonte di preoccupazione per i mercati. L’assenza di un programma ben definito rende difficile però riuscire a valutare le implicazioni per i singoli titoli: i titoli delle banche italiane, che sono ancora sottovalutati rispetto agli altri delle banche europee, sarebbero comunque probabilmente colpiti in caso di esito favorevole per il M5S.