Notizie Notizie Italia Assemblea Generali: colpo di scena Unicredit, dà sponda a Caltagirone guardando a Bpm

Assemblea Generali: colpo di scena Unicredit, dà sponda a Caltagirone guardando a Bpm

24 Aprile 2025 09:10

Tutto pronto a Trieste per l’attesissima assemblea di Generali, con tre liste in campo e dall’esito del voto dipende la composizione del prossimo cda della compagnia assicurativa e in parte anche i futuri equilibri di potere in attesa di vedere se la scalata di Mps a Mediobanca andrà in porto.

Unicredit fa la sua mossa: voterà la lista Caltagirone

Al Generali Convention Center di Trieste andranno a sfidarsi tre liste, di cui solo una lunga, quella presentata da Mediobanca, azionista al 13,1% del Leone. Il colpo di scena delle ultime ore è la presa di posizione di Unicredit, che si presenta all’assise accreditata di una quota dell’8% circa del capitale di Generali. Ieri si è riunito il cda straordinario dell’istituto guidato da Andrea Orcel e avrebbe preso, stando a quanto riferito per primo ieri sera tardi dall’agenzia Bloomberg, di appoggiare la lista Caltagirone.

Una mossa in parte inattesa da parte di Unicredit che si è affacciata negli ultimi mesi nel capitale di Trieste attraverso quello che è stato da subito etichettato come un investimento finanziario ma dietro al quale si celano probabilmente altre mire. Le ipotesi circolate sono tante, da una possibile partnership con Generali o addirittura un possibile assalto al Leone se Unicredit decidesse di tirarsi indietro dall’operazione Bpm. Più probabile è che con tale appoggio alla lista Caltagirone il gruppo di piazza Gae Aulenti tenti di ottenere come merce di scambio dal governo un Golden power più morbido su Banco Bpm.

Il nodo Natixis e la partita per Bpm

Va ricordato infatti che il governo, così come Francesco Gaetano Caltagirone, da subito hanno criticato aspramente l’accordo di Generali con i francesi di Natixis per dare vita a una joint venture nel risparmio gestito da 1.900 miliardi di asset in gestione. Operazione osteggiata in quanto potenzialmente un rischio per i risparmi degli italiani. L’imprenditore romano ha affermato negli scorsi giorni che Generali dopo l’affaire Natixis “sarà una società diversa e gli effettivi centri decisionali si trasferiranno altrove” e “sarà impossibile esercitare una effettiva selezione e il controllo sugli investimenti”.

Di contro il ceo Donnet sul Corriere ha difeso a spada tratta l’operazione con i francesi indicando che un’eventuale golden power sull’accordo con Natixis sarebbe “un peccato, un’occasione persa”.

Le liste in campo e i possibili esiti

La lista Caltagirone è una lista corta, che quindi non mette in campo un amministratore delegato alternativo a Philippe Donnet, ceo uscente e ricandidato dalla lista Mediobanca insieme al presidente Andrea Sironi. Tra i sei nomi della lista Caltagirone spiccano le riconferme dell’ad di Enel Flavio Cattaneo, di Stefano Marsaglia e di Marina Brogi, insieme a Fabrizio Palermo (ceo di Acea), Ines Gandini e Tiziana Togna.

La lista Mediobanca comprende invece 12 nomi e va a sostituire in tutto e per tutto quella del cda uscente con la riconferma di 9 dei 10 consiglieri uscenti: Andrea Sironi (candidato presidente), Clemente Rebecchini, Philippe Donnet (candidato ad), Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Frances Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci, Alessia Falsarone, Elena Vasco e Giorgio Valerio.

Infine, la lista Assogestioni predisposta sotto la regia di Eurizon, Fideuram, Poste, Anima, Mediolanum, capitanata dall’economista Roberto Perotti, seguito da Francesca Dominici, Annelise Sacks e Leopoldo Attolico.

I possibili esiti sono tanti. Se vince la lista Mediobanca può assicurarsi nove seggi con gli altri quattro spartiti tra Caltagirone e Assogestioni in base ai risultati. Se Assogestioni supera il 5%, entra con un consigliere e Caltagirone ne prende tre. Più difficile immaginare un due consiglieri a testa in caso di un distacco minimo tra Caltagirone e Assogestioni. Se invece Assogestioni resta sotto il 5%, i quattro seggi vanno tutti a Caltagirone.

C’è poi lo scenario in cui a spuntarla è Caltagirone. In tal caso sei posti in cda per la lista dell’imprenditore romano e sette a Mediobanca (se Assogestioni rimane sotto il 5%9 oppure sei a Mediobanca e uno Assogestioni se quest’ultima supera la soglia.

Affluenza record, Benetton si defila

L’affluenza dei soci dovrebbe essere record con oltre il 70% degli aventi diritto. Prima della mossa a sorpresa di Unicredit, la lista Mediobanca era accreditata dei favori del pronostico e dovrebbe superare il 30% dei voti aspirando alla soglia del 35% con gran parte dei fondi pronti a sostenere la linea Nagel. Tra i grandi fondi esteri spiccano Blackrock (3,5%) a Vanguard (3%) e Norges Bank (3%).

La lista Caltagirone vede invece, oltre all’imprenditore romano accreditato del 7% del capitale, il 9,9% di Delfin, l’8% di Unicredit, l’1,9% di Fondazione Crt e l’1% di Cassa Forense. Potenzialmente in grado di arrivare in area 30%. Quella di Assogestioni appare invece defilata e per strappare un consigliere dovrà raccogliere almeno il 5% del capitale.

Tra chi appare propenso a non sostenere nessuna delle tre liste, astenendosi quindi, spicca il nome eccellente di Edizione Holding dei Benetton (4,8%) che tre anni fa si era unita a Caltagirone.