AS Roma verso cambio proprietà entro Natale, titolo si accende. Le possibili mosse del magnate Friedkin
L’As Roma cerca soci (e capitali) da investire nel progetto del club calcistico della capitale, appesantito da milioni di debiti e da quel Financial Fair Play che la UEFA impone da anni alle società sui propri bilanci. Così Dan Friedkin, noto finanziere americano e presidente della Friedkin Group (4,2 miliardi di dollari di patrimonio stimato), avrebbe messo gli occhi sulla squadra giallorossa per rilevarne la proprietà.
Friedkin è stato alcuni giorni a Roma con i suoi legali per verificare di persona la situazione finanziaria della As Roma e preparare un’offerta da 600 milioni di euro per comprare il club giallorosso rilevando le quote del presidente James Pallotta (che possiede l’85,677% delle azioni del club giallorosso) e sottoscrivendo l’aumento di capitale (già approvato lo scorso ottobre) da 150 milioni. La formalizzazione del deal potrebbe avvenire a breve, entro Natale, anche perché il rapporto di Pallotta con i tifosi pare sia definitivamente naufragato dopo l’allontanamento di De Rossi da Trigoria. Anche se Pallotta avrebbe chiesto 800 milioni includendo nell’affare il progetto di realizzazione dello stadio a Tor Vergata. E’ noto che l’advisor Goldman Sachs ha avviato già dalla scorsa estate il processo di vendita per conto della Roma e ora stia valutando le offerte ricevute per la cessione del club, fra le quali vi è appunto anche quella di Friedkin, ritenuta la più quotata.
Che Friedkin possa diventare il futuro patron della As Roma è abbastanza credibile, come anche dimostrato dai fuochi d’artificio che il titolo ha fatto in borsa il 20 e 21 novembre passando da 0,50 a 0,69 euro (intraday) con volumi di scambio vertiginosi, salvo poi ritracciare per prese di profitto e con una capitalizzazione salita a 360 milioni. Reazione simile non si era vista, invece, quando in precedenza erano circolate voci circa l’interessamento da parte di un fondo degli Emirati Arabi. Rumor di borsa riferiscono anche che dietro l’emissione del bond senior garantito da 275 milioni collocato proprio da Goldman Sachs lo scorso giugno da ASR Media & Sponsorship (Isin XS2037757502) per investitori istituzionali ci fosse Friedkin Group che avrebbe sottoscritto buona parte del prestito.
Il bond dello scorso giugno
Del resto il tempo stringe e il progetto per la realizzazione dello stadio di proprietà di AS Roma a Tor di Valle si è impantanato. Intanto la società calcistica ha un patrimonio netto negativo di 100 milioni e galleggia su debiti per 272 milioni di euro che costano il 5,125% all’anno (il tasso del bond), più della metà rispetto al 3,375% pagato dalla Juventus per il prestito obbligazionario da 175 milioni emesso lo scorso febbraio.
Società calcistiche affossate dai debiti
Numeri, quelli del debito societario, che hanno visto storici club calcistici italiani, dal Milan, all’Inter passando per la Fiorentina, finire in mani straniere in un batter d’occhio. Del resto, in assenza di successi sportivi blasonati a livello di Champions League è difficile oggi come oggi mantenere i bilanci in equilibrio col costo dei giocatori e loro ingaggi. La stessa Juventus, che ha pure lo stadio di proprietà, ha recentemente deliberato un aumento di capitale da 300 milioni di euro.
Per la Roma, quindi, Pallotta starebbe pianificando l’uscita di scena più che altro per via delle difficoltà a realizzare il progetto di costruzione dello stadio a Tor Vergata. Il gruppo Friedkin, interessato al business, avrebbe invece già in mente di portare avanti la realizzazione di uno stadio di proprietà in un’altra zona di Roma e per l’appunto ha già avuto contatti con gli intermediari di alcuni costruttori romani pronti ad aprirgli la strada. Sicchè Friedkin – riferiscono fonti di stampa – si augura di non inserire l’attuale progetto dello stadio nella trattativa di acquisto del club (per il quale Pallotta ha già speso 80 milioni) per poi poter avere mano libera per portare avanti il progetto secondo le sue idee.