Apertura incerta per le Borse: la sindrome irlandese fa ancora paura, prevale la prudenza
Apertura incerta per le Borse europee che viaggiano contrastate. Londra ha aperto a +0,3%, Francoforte e Parigi in frazionale calo, mentre Milano segna +0,16% nel Ftse Mib. L’attenzione degli investitori resta puntata sull’Irlanda. Stamattina il ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, in un’intervista alla televisione di Stato Rte ha ribadito che Dublino utilizzerà il sostegno europeo se la crisi bancaria si dimostrerà ingestibile.
Il governo irlandese dovrà prendere una decisione, in tempi breve. Entro fine mese dovrà presentare il programma di consolidamento quadriennale del bilancio, poi il 7 la legge di bilancio 2011. Questo è presumibilmente l’arco temporale delle decisioni sull’intervento europeo. Il messaggio dell’Eurogruppo in queste ore è stato volutamente rassicurante sia sull’Irlanda, sia sul Portogallo e sulla Grecia, anche se nessuna informazione è trapelata sulle dimensioni, sulle modalità e sui tempi precisi dell’eventuale intervento.
In realtà, secondo le ultime indiscrezioni il governo di Dublino starebbe trattando per attivare un pacchetto di aiuti che potrebbe arrivare a quota 100 miliardi di euro, di cui metà a sostegno delle banche e metà dei conti pubblici su cui pesa un deficit del 32 per cento. Ieri le discussioni tra i 16 ministri finanziari dell’Eurogruppo si è chiuso con un nulla di fatto, ma le manovre sono in corso. E le “trattative” proseguiranno oggi in forma allargata ai 27 ministri dell’Ecofin, che si è aperto ufficialmente da un quarto d’ora.
Nel caso in cui l’Irlanda e altri Stati in difficoltà si decidessero a chiedere un aiuto a tutto campo, la rete anticrisi messo a punto nel maggio scorso è pronta a scattare. E’ in grado di mobilitare fino a 750 miliardi di euro. Ad essere attivato inizialmente potrebbe essere il fondo Ue da 60 miliardi di euro, su proposta della Commissione europea. In un secondo momento potrebbe poi intervenire lo European financial stability facility (Efsf), con la sua dote di 440 miliardi di euro. Infine è possibile anche un intervento dell’Fmi, previsto fino a 250 miliardi di euro.