Anno nero per le materie prime, oro giù del 27%. Nel 2014 ci sarà la riscossa?

Il freno di tapering e Cina
Quali i possibili scenari per il 2014? Il consensus Bloomberg vede l’oro non discostasi molto dagli attuali livelli con quotazioni viste risalire leggermente a 1.265 dollari l’oncia nel 2014 dagli 1.222 attuali e poi scendere a 1.200 dollari nel 2015. Lo scorso mese Goldman Sachs in un report dedicato ai dieci investimenti da effettuare l’anno prossimo ha assegnato alle materie prime la nona posizione a causa di “ribassi significativi” attesi nei prossimi 12 mesi complice anche l’atteso avvio del tapering. Goldman stima un nuovo calo a doppia cifra per l’oro a 1.050 dollari l’oncia, per i semi di soia, -25% a 9,5 dollari/bushel, per il granoturco, -12% a 3,75 dollari, per il rame, -11% a 6.200 dollari la tonnellata, e per il minerale di ferro, -20% a 108 dollari/tonnellata. Più contenuta la contrazione del Brent, che dai 109 dollari attuali è visto a 105 dollari (-3,6%).
Una spinta rialzista potrebbe arrivare da domanda di Cina e Stati Uniti
Il 2014 potrebbe però vedere le commodity alla riscossa. Nicholas Brooks, Head of Research and Investment Strategy di ETF Securities, ritiene che i mercati stiano sottostimando la propensione delle banche centrali delle economie sviluppate a sostenere la crescita economica. “Una sana espansione della domanda negli Stati Uniti e in Cina, la delusione derivante dalle attuali previsioni fortemente ottimistiche su diverse materie prime e l’ampia disponibilità di liquidità globale daranno sostegno ai prezzi delle commodity nel 2014”, rimarca Brooks. I principali rischi per questo scenario sono una crescita deludente in Cina o negli USA, una stretta monetaria della Fed più aggressiva del previsto, un evento finanziario negativo o una risposta dell’offerta più forte di quanto attualmente stimato. Sebbene tutti questi rischi siano reali e debbano essere monitorati, nel nostro scenario base siamo rialzisti su un’esposizione di ampio spettro alle commodities, rame, piombo, platino e palladio. Riteniamo che il prezzo del petrolio tenderà a rimanere in un trading range ristretto che potrebbe offrire ottime opportunità agli investitori che sapranno sfruttare tale variazione e vediamo sviluppi interessanti nel settore agricolo. “Secondo noi – aggiunge Brooks – l’attuale sentiment molto negativo sul prezzo dell’oro è eccessivo. Se la crescita statunitense dovesse rivelarsi deludente, la quotazione dell’oro dovrebbe beneficiarne, offrendo una buona copertura contro il rischio che le stime di crescita ottimistiche si dimostrino errate”.
Secondo ETF Securities il piombo, il rame, il platino e il palladio saranno i principali beneficiari dell’ampliamento della ripresa economica globale. Il Terzo Plenum cinese ha ribadito il forte impegno della classe dirigente a sostegno della crescita, attuando al contempo le riforme strutturali necessarie. L’urbanizzazione più rapida, le politiche a favore degli investimenti nel settore privato e la razionalizzazione di lungo termine della produzione di materie prime sovvenzionata dallo stato dovrebbero dare sostegno ai prezzi delle commodity. Inoltre, la crescita economica del 7% in Cina, insieme alla continua ripresa economica delle nazioni più sviluppate e all’ampia liquidità globale, dovrebbe supportare la solida domanda per i metalli legati all’industria.
Relativamente all’oro, l’outlook di ETF Secutities rimarca che “finché il dollaro continuerà a essere stabile e i tassi di interesse reali saliranno, la quotazione dell’oro rimarrà sotto pressione. Tuttavia, riteniamo che una forte reazione della domanda fisica al calo dei prezzi, simile a quella registrata nel primo semestre del 2013, insieme alla diminuzione della produzione e all’offerta più bassa derivante dal riciclo dell’oro, contribuirà a limitare i potenziali ribassi”.
Passando all’energia, il forte aumento della produzione Usa di olio di scisto e di gas naturale ha avuto un grande impatto strutturale sui mercati energetici. L’incremento della produzione di greggio statunitense ha fatto sì che l’offerta globale sia rimasta ampia nonostante la solida domanda e il calo della produzione in Libia e Iran. “Anche se riteniamo che la domanda di greggio rimarrà robusta nel 2014, gli aumenti dell’offerta statunitense probabilmente limiteranno i rialzi dei prezzi. D’altra parte, il calo delle quotazioni dovrebbe essere contenuto grazie alla capacità dell’Arabia Saudita di tagliare l’offerta in caso di un crollo dei prezzi; inoltre anche i perduranti rischi sulla produzione in Libia, Iran e Iraq dovrebbero contribuire a dare sostegno ai prezzi”, rimarca ETF Securities che prevede che il petrolio Brent scambierà nel range 100-120 dollari statunitensi per barile, mentre il petrolio WTI scambierà con uno sconto medio di circa 10-15 dollari statunitensi per barile.
Infine tra gli agricoli, mais e caffè sono visti come i principali beneficiari nel 2014. Il meteo e altri fattori dal lato dell’offerta sono stati i principali driver dei prezzi nel 2013 e probabilmente lo resteranno nel 2014. ETF Securities rimane negativa sullo zucchero con l’avvicinarsi del 2014, sebbene questa visione sia vista come una posizione tattica di breve termine.