Notizie Notizie Italia L’anniversario del mercato Toro: le indicazioni degli analisti a un anno dai minimi

L’anniversario del mercato Toro: le indicazioni degli analisti a un anno dai minimi

9 Marzo 2010 13:01

Doppio anniversario per i mercati. Tra oggi e domani ricorrono i 10 anni dai massimi storici della bolla internet e soprattutto si celebra un anno esatto dai minimi del 2009. Il Toro avrà fiato per correre anche per i prossimi 12 mesi? Per capirlo ci siamo affidati all’analisi dei cicli finanziari.


Il 9 marzo 2009 l’S&P500 toccava un minimo in chiusura a 676,53 punti, anche se il minimo intraday è più evocativo e posto a 666 punti. Da tale minimo l’indice statunitense ha guadagnato quasi il 70%, con la miglior performance annuale dall’inizio degli anni ’30. Il 10 marzo del 2000 il Nasdaq toccava invece un record mai più rivisto: i 5132 punti. Da lì è stata tutta una discesa fino ai 1114 punti dell’ottobre 2002. Oggi l’indice è a 2326 punti, con un rialzo di oltre il 100% ma ancora nemmeno a metà strada rispetto a dove si trovava 10 anni fa.


“Ci troviamo in un bear market generazionale dal 2000, caratterizzato da 3 grandi movimenti ciclici”, spiega Francesco Caruso, analista di Gestioni Lombarda (http://www.francescocaruso.ch). “Ora siamo in un movimento ciclico positivo – chiarisce – e questo tipo di movimenti non si esauriscono mai nella prima fase (quella attuale, ndr). Ci troviamo in un normale periodo di riassorbimento che potrà durare ancora per un po’, ma che si esaurirà verso l’alto”. La prospettiva di alcuni mesi è dunque positiva, mentre sul breve termine “il punto di acquisto migliore è il prossimo swing, che potrebbe avvenire nella prima parte del prossimo trimestre”. Da questo punto di vista i mercati si troverebbero dunque in una fase simile a quella vissuta nel 2004, dopo il rialzo partito nel 2003.


Di altro avviso Ed Yardeni, strategist di Deutsche Bank proprio ai tempi della bolla internet e oggi alla guida una sua società di consulenza. Yardeni prende in considerazione un singolo macro ciclo e parla della crisi del 2008-2009 come di un breve intermezzo al più grande boom globale di tutti i tempi, partito dopo la fine della Guerra Fredda, continuato con l’ingresso della Cina nella Wto e ancora in corso oggi dopo la parentesi del crollo che ha coinvolto l’industria delle assicurazioni sui crediti. Per questo lo strategist si attende l’indice S&P500 tra i 1330 e i 1350 punti prima della fine dell’anno.


Ma c’è anche chi fa un altro parallelo. E’ Tobias Levkovich di Citi. In uno studio pubblicato a inizio settimana lo strategist sottolinea le similitudini tra i movimenti mostrati dai titoli finanziari (dal -84% dei picchi del 2007 ai minimi del marzo 2009, fino al +145% successivo), e quelli dei titoli tecnologici nei primi anni del decennio (-83% dal 2000 al 2002 e successivo rimbalzo nel 2003). A partire da questa constatazione Levkovich ipotizza per i finanziari una fase laterale come quella mostrata dai titoli hi-tech nel 2004.


Quello dei finanziari, vero e proprio motore del riscatto dei mercati negli scorsi 12 mesi, resta senza dubbio uno dei temi in grado di orientare il sentiment degli investitori . “I finanziari performeranno al massimo come i mercati nelle fasi positive e peggio in quelle negative”, spiega Caruso. Mentre i vincenti strutturali a giudizio dell’analista saranno i settori dei materiali di base, gli industriali e i tecnologici. Per Yardeni infine i vincitori dei prossimi mesi saranno gli stessi dell’ultimo anno:  quindi ancora bene i finanziari (ma spiega di non aspettarseli nuovamente al primo posto nella classifica di performance), i beni di consumo discrezionali, gli industriali e i titoli delle materie di base.