Scacco matto di Andrea Orcel: dopo sbornia Unicredit in Borsa il CR7 dei banchieri ottiene risarcimento record da Santander
Una settimana che Andrea Orcel difficilmente dimenticherà. Dopo la calda accoglienza del mercato al piano Unicredit Unlocked (ieri boom di +10% del titolo), oggi si conclude con la clamorosa vittoria il primo round della disputa legale contro Banco Santander. Il colosso bancario spagnolo dovrà pagare a Orcel un maxi-assegno da 68 milioni di euro per aver ritirato un’offerta per diventare il suo amministratore delegato.
Il Tribunale di primo grado di Madrid ha ritenuto da considerarsi valido il contratto stretto tra l’attuale ceo di Unicredit e l’istituto iberico che prevedeva per Orcel 17 milioni come bonus d’ingresso, 35 milioni per gli incentivi a lungo termine, 5,8 milioni per due annualità. In aggiunta sono stati calcolati 10 milioni a titolo di risarcimento dei danni morali e reputazionali. A supporto della sua richiesta il banchiere italiano aveva messo a disposizione del tribunale registrazioni e messaggi scambiati con la presidente Ana Botìn.
Il nodo del contendere
Orcel aveva chiesto 76 milioni di euro alla maggiore banca iberica per violazione del contratto, sostenendo di aver perso milioni di dollari in un risarcimento differito dal suo ex datore di lavoro UBS e anni di potenziale stipendio a Santander. Orcel, prima di approdare in Unicredit questa primavera, ha trascorso un lungo periodo senza alcun ruolo importante nel settore bancario.
La disputa iniziò a gennaio 2019 quando Santander annullò la decisione di assumere Orcel che era stata annunciata nell’autunno 2018. Il passo indietro è stato dovuto al conflitto sulla questione del suo compenso UBS differito. Santander si aspettava che la banca svizzera pagasse almeno il 50% della retribuzione differita che Orcel era in attesa di ricevere.
Santander non ci sta
Ana Botin ha affermato che il contratto con Orcel non è mai stato rispettato, quindi la nomina non ha mai avuto effetto. La banca ha anche accusato il dirigente italiano di aver registrato conversazioni private. “Siamo fortemente in disaccordo con la sentenza”, ha detto Santander in una nota stampa. “Il board di Santander è fiducioso che avremo successo in appello come lo era stato nelle due denunce penali già esaminate dal tribunale in relazione a questa questione”.
Come ricorda oggi un articolo di Bloomberg, all’epoca la scelta di una star dell’investment banking come Orcel per guidare una banca principalmente focalizzata sul credito al consumo era stata fortemente criticata. Eppure, Orcel – soprannominato il CR7 dei banchieri – era stato per anni un collaboratore di Santander e fido consigliere di Emilio Botin.