Andamento misto per l’Europa, per gli esperti l’ago della bilancia saranno ancora le banche
Le Borse europee proseguono con un andamento misto. Da Oltreoceano è arrivato il primo dato macro in calendario oggi: quello delle richieste di sussidio di disoccupazione negli Usa e c’è stata la sorpresa. Le richieste di disoccupazione sono, infatti, diminuite la scorsa settimana di 37.000 unità a quota 404.000. Il dato è migliore delle attese degli economisti che puntavano su un calo a quota 420.000. Alle 16 sarà la volta delle vendite di case esistenti e al Philadelphia Fed. Sul fronte europeo intanto nel bollettino di gennaio la Bce ha avvertito questa mattina che nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe registrare nuovi aumenti, collocandosi probabilmente poco al di sopra il 2%, soprattutto a causa dell’andamento delle materie prime.
Inoltre l’istituto di Francoforte ha esortato i Paesi dell’area euro a impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi di disavanzo e per portare il rapporto debito/Pil verso un percorso discendente. Su queste indicazioni resta pesante la piazza di Londra in calo dell’1,31%, mentre Francoforte perde rispettivamente lo 0,59%. Si porta sulla linea della parità Parigi (+0,04%). Le Borse del Sud Europa rimangono invece in territorio positivo, sostenute dai rispettivi comprati bancari e dalla maggiore fiducia dopo il buon successo delle aste di collocamento dei titoli di Stato avvenute in vari Paesi dell’area nei giorni scorsi.
Madrid guadagna lo 0,80% e Lisbona lo 0,13%. A Piazza Affari il Ftse Mib è in rialzo dello 0,55% a 21.824 punti. A Milano è in forte rialzo il comparto bancario. Il settore è guidato da Intesa Sanpaolo, in progresso del 4,15% a 2,38 euro. Toniche anche Mps (+3,99%), Ubi Banca (+2,57%) e Unicredit (+2,24%). Secondo indiscrezioni, nella terna di finalisti per rilevare Pioneer ci sono Resolution, Amundi e Natixis. La società del risparmio gestito del gruppo di piazza Cordusio verrebbe valorizzata fra 3 e 3,5 miliardi. E a chi si sta facendo tentare dall’idea di trarre profitti, gli economisti interpellati da Finanza.com rispondono che non è ancora il momento.
“La più grande minaccia all’abilità che i listini hanno di esplorare la fase rialzista esibita della società è tutta racchiusa nelle considerazioni di carattere macro politico sulla periferia dell’Eurozona”, segnala Philip Isherwoord di Evolution Securities. “Le Borse molto probabilmente dovranno aspettare fino a marzo per prendere un’azione decisiva e ci sono diversi rischi nell’attesa. Eppure il 57% dei ricavi delle società quotate europee è realizzato in Europa e il 28% nei Mercati Emergenti. Le azioni possono superare la perdita della crescita intimorita delle misure di austerity in Europa”.
“Non c’è motivo per essere troppo preoccupati – prosegue Isherwood – nonostante le indicazioni arrivate questa mattina dalla Cina. L’ultima asta sul Portogallo è stata positiva e questo ha dato ulteriore fiducia, così come c’è fiducia sul fatto che verrà approntato un buon pacchetto di aiuti anche qualora la Spagna ne avesso necessità”. Anche per Silvia Ardana, economista di Merrill Lynch, per Eurolandia sarà fondamentale mettere in cantiere una strategia ad hoc per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani. “Le azioni promosse dai governi dovranno essere coerenti con i piani di ricapitalizzazione delle banche che falliranno gli stress test. Se necessario”, avverte l’esperta, “i governi dovrebbero decidere di mettere mano alle situazioni di insolvenza delle banche zombie. Dall’altra parte, anche i governi dovranno assicurarsi di avere le necessarie munizioni per ricapitalizzare i sistemi bancari. E un uso più flessibile del fondo salva Stati è certamente una delle possibilità che i policy-makers dovranno al più tardi prendere in considerazione”.
Secondo Lorenzo Carcano di Metzler potremmo anche assistere a fasi di prese di profitto sui mercati, “un segnale quasi positivo perché la direzione non può essere univoca”. “Ad ogni modo – prosegue il portfolio manager basato a Francoforte – il livello di background macro resta positivo. Ecco perché sui mercati stiamo assistendo a una rotazione di settore. Hedge e istituzionali sono molto pesati sui ciclici e industriali con un’esposizione anche ai mercati emergenti non hanno un’esposizione ai finanziari: in molti hanno sbagliato strategia”.
Il motivo? “Non c’era un trigger per cambiare questo posizionamento fino a qualche settimana e sono convinto che questo movimento possa continuare, specie se verrà trovata una soluzione per la ricapitalizzazione del sistema bancario europeo, non solo spagnolo”, è l’idea di Carcano, convinto che “questo mood sulle Borse potrebbe proseguire anche per un mese, indipendentemente dai fondamentali”. “La tentazione di vendere è forte dopo il rally degli ultimi giorni”, segnala un senior trader. Ma al di là di qualche tentennamento anche secondo l’operatore non ci sono dubbi sulla strategia da sposare in questo momento. “Il mercato è ancora da tenere, se non da comprare perché nessuno pensa che ci sia un travaso tra i bond e l’equity, perché le banche le hanno comprate solo i newcomers e pochi altri. Mancano ancora i pezzi grossi – conclude – Si sono rinvigorite le aspettative sull’inflazione e questo è sempre positivi per l’equity”.