And the winner is: Barack Obama!
E’ andata al candidato democratico Barack Obama la vittoria delle elezioni presidenziali Usa. L’attuale inquilino della Casa Bianca ha avuto la meglio sul rivale repubblicano Mitt Romney, arrivando a superare la soglia dei 270 grandi elettori a disposizione grazie anche alla vittoria nell’Ohio, uno dei 5 swing State ago della bilancia di questa tornata elettorale. Mentre è ancora in atto lo spoglio delle schede, si fa sempre più netto lo scarto tra i due politici Usa. Con oltre 300 grandi elettori schierati con lui, Obama ha notevolmente distanziato Romney, fermo poco oltre la soglia dei 200 grandi elettori.
Appena avuta la certezza della conferma alla guida degli Stati Uniti, Barack Obama ha subito fatto sapere che finirà il percorso iniziato nello scorso mandato. Per certi versi il politico democratico si trova in una situazione migliore rispetto a 4 anni fa. Allora l’economia Usa era in piena crisi da mutui subprime, ora il mercato immobiliare sta dando degli importanti segnali di ripresa così come quello del lavoro. I dati di venerdì scorso hanno mostrato come in ottobre siano stati creati 171 mila nuovi posti di lavoro nel comparto non agricolo.
Ma quali potrebbero essere ora gli effetti della rielezione di Obama alla Casa Bianca? “Se è vero che i mercati avrebbero sofferto un esito incerto del voto, è altresì vero che le differenze a livello politico tra i due protagonisti della campagna elettorali sono notevoli.
“Tendenzialmente le politiche di Obama potrebbero favorire in particolare il settore tecnologico (Microsoft, Citrix), healtcare ed assicurativo”, ricorda a caldo Stefano Gianti, analista e formatore della divisione italiana di CMC Markets, aggiungendo come “Romney sarebbe potuto essere più apprezzato dal settore finanziario in generale”.
“A mio avviso tuttavia la partita più grande per il nuovo Presidente si giocherà sul fiscal cliff, argomento che non è stato assolutamente il tema principale delle due campagne elettorali”, sostiene l’esperto.
Ed in effetti il cammino sulla materia di Obama potrebbe non essere agevole, visto che anche nel nuovo mandato il democratico si troverà a dover lavorare con un Congresso spaccato. Alla Camera la maggioranza è repubblicana, al Senato democratica.
Altra questione fondamentale riguarda i rapporti con la Cina. “Nel corso della sua campagna elettorale, Romney aveva più volte minacciato una guerra commerciale con la Cina”, ricorda Gianti, secondo cui questo aspetto potrebbe avere a prescindere “un impatto fortemente negativo per il biglietto verde”. Da notare come tuttavia nel 2002 una guerra commerciale per l’acciaio portò il dollaro ai massimi storici, con il Dollar Index arrivato fino a 120.
Un altro grande macrotema fondamentale nella rielezione di Obama riguarda la Fed. Con la conferma alla Casa Bianca e con la volontà di proseguire il percorso intrapreso il 20 gennaio 2009, Obama ha fatto venir meno le possibili incertezze legate alla permanenza di Ben Bernanke alla guida della Fed. “Un suo allontanamento prima della scadenza naturale del suo mandato nel gennaio 2014 e il conseguente stop della politica dei tassi bassi per un indeterminato periodo di tempo, avrebbe avuto come conseguenza più immediata quella di portare vendite sui T-Note (titoli di Stato Usa dai 2 ai 10 anni, Ndr), a un calo dell’oro e dell’argento”, conclude la sua analisi a caldo Stefano Gianti. Anche perché una maggiore incertezza sulla politica monetaria avrebbe significato più volatilità sui mercati.
Riccardo Designori