Ancora guai per Eads
Una nuova bufera si è abbattuta su Eads. A distanza di circa due anni dallo scandalo che ha colpito i vertici societari del gruppo franco-tedesco, i problemi tornano a bussare insistentemente. L’Autorité des marchés financiers (Amf), l’equivalente della Consob italiana in Francia, ha inviato un rapporto dettagliato alla Procura parigina, in cui si ipotizza il reato di “insider trading massiccio” da parte di azionisti, dirigenti e top manager accusati di avere venduto anticipatamente, tra novembre del 2005 e marzo del 2006, stock options della società, prima dell’annuncio pubblico del ritardo nella consegna dell’Airbus 380. Un fulmine a ciel sereno che è stato scagliato dal quotidiano transalpino Le Figaro e poi confermato da fonti giudiziarie.
Il documento, ora nelle mani dei giudici, punta il dito contro il vecchio management di allora con Arnaud Lagardère in testa, i tedeschi Manfred Bischoff e Thomas Enders, il francese Noel Forgeard e anche il colosso automobilistico, DaimlerChrysler, che avrebbero incassato delle consistenti plusvalenze. Ma non solo. La vicenda si fa sempre più intricata perché, sempre secondo quanto è apparso su Le Figaro, anche il Governo sarebbe coinvolto. L’Eliseo pur conoscendo le difficoltà in cui versava la compagnia aerospaziale europea avrebbe comunque acconsentito alla vendita delle azioni. Arrivano i primi commenti delle società coinvolte. Fonti vicine al gruppo Lagardère hanno fatto sapere che nel comunicato dell’Amf non è menzionata l’accusa di aggiotaggio di massa, come è stato riportato dal quotidiano d’oltraple.
Se Eads e DaimlerChrysler hanno contenuto le perdite, archiviando la seduta di ieri in flessione rispettivamente dello 0,78% a 21,71 euro e 0,73% a 102,54 dollari (quotazione di Wall Street), non ha fatto lo stesso il gruppo Lagardère, che è precipitato sulla piazza parigina. I titoli del big dei media francese ha stornato del 5,42% a 58,45 euro per azione.
È l’ennesima tegola che cade sulla testa di Eads, che, nell’ultimo periodo, ha perso sempre più terreno nei confronti dell’americana Boeing. Notizie che potrebbero anche far slittare la festa del 15 ottobre, in occasione della quale il colosso franco-tedesco consegnerà il primo superjumbo.