Anche l’India frena, il Pil cresce al tasso più basso dal 2005
Il rallentamento dell’economia mondiale comincia a intaccare anche i forti tassi di crescita delle economie emergenti, quelle che fino a pochi fa venivano indicate come il “motore di riserva” della crescita globale nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero finire in recessione. Il prodotto interno lordo dell’India ha rallentato, nell’ultimo trimestre del 2007, all’8,4% dall’8,9% dello stesso periodo del 2006. Le previsioni per l’anno fiscale in corso, che terminerà a fine marzo prossimo, vedono il Pil attestarsi all’8,7% in discesa dal 9,6% dell’anno fiscale precedente.
A determinare la frenata sono stati i comparti dell’agricoltura, delle materie prime e delle costruzioni. Anche se la crescita dell’elefante mantiene livelli non eguagliabili dalle economie più sviluppate, il rallentamento è stato accolto negativamente dalla Borsa indiana, che ha registrato, al termine della seduta, un calo di circa 2 punti percentuali.
Particolarmente colpite dalle vendite le istituzioni bancarie controllate dallo Stato, a seguito della presentazione del budget per il prossimo anno fiscale presentato dal ministro delle Finanze, Palaniappan Chidambaram. Il piano prevede la cancellazione dei prestiti contratti dalle piccole aziende agricole, un intervento che avrà un costo di circa 600 miliardi di rupie, pari all’incirca a 15,1 miliardi di dollari. Un’altra cattiva notizia, per il mercato azionario di Bombay è la previsione di innalzamento, inserita sempre nel progetto presentato dal ministro delle Finanze, delle tasse sugli investimenti a breve termine, quindi con durata inferiore all’anno, dal 10% al 15%.