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Analisi: Schroders, buone prospettive per gli european financials

Pubblicato 13 Febbraio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 13:00
Gli European Financials ( azioni delle società europee operanti nel comparto finanziario) hanno vissuto un eccellente 2005. Secondo Robin Apps, fund manager di Schroders Investments, gli elementi che hanno supportato il trend crescente vanno ricercati sia nella presenza di ottimi fondamentali nelle singole aziende, sia nell'accelerazione del processo di consolidamento dell'industria bancaria. ' Se i mercati europei continueranno a crescere e il settore bancario potrà disporre di un surplus di capitali disponibili, credo che anche il 2006 registrerà un incremento delle quotazioni', ha affermato l'esperto.

Apps sostiene che non è difficile capire le ragioni del trend. 'Storicamente, la cash generation è stata utilizzata per rimpinguare le riserve, pagare dividendi e riacquistare azioni proprie, ' afferma il money manager', e per il nuovo anno gli istituti di credito avranno solo l'imbarazzo della scelta'. Il mercato finanziario dell'Europa Occidentale è ormai maturo, ed è sempre più difficile perseguire una crescita organica attraverso le modalità classiche di utilizzo dei capitali. E allora perché non pensare all'acquisto di qualche competitor?

Apps afferma che le banche possono seguire diverse strade per operare delle fusioni. Un primo modo è l'espansione di una piattaforma di successo o di un'eccellente asset management capability in nuove aree del pianeta. Un secondo modo è la ricerca di un abbattimento dei costi attraverso l'adozione di nuove economie di scala. Una terza chance risiede nell'esportazione dei management skills per puntare al miglioramento dell'efficienza di business mal gestiti. Il gestore sostiene di non nutrire dubbi sulla dinamicità del settore nei prossimi anni.

Apps è convinto che il settore bancario italiano sarà interessato da un secondo processo di consolidamento. 'L'elevata frammentazione del settore bancario italiano offre delle enormi opportunità sul fronte delle nuove sinergie', ha precisato il gestore. Il manager ritiene che il management di Unicredit sia stato l'unico ad operare bene nell'ambito del settore bancario italiano. Per il futuro, Apps afferma che vi è un'elevata probabilità di coinvolgimento dei player italiani in operazioni sinergiche con istituti dell'area Euro ( Santander. San Paolo - ma solo dopo il 2007, anno della scadenza del proibitivo shareholder pact - Abn Amro- Capitalia).

L'esperto precisa che la dinamicità del settore interesserà anche altri paesi dell'Unione Europea e dell'Europa dell'Est. Grecia ( dove Société Générale ha già dimostrato interesse per la General Bank of Greece) e Portogallo sono i paesi dell'area Euro in cui le trasformazioni del settore dovrebbero trovare nuova linfa nella riduzione dei margini e nell'incremento delle sofferenze.

'La situazione nei paesi dell'Europa dell'Est è molto diversa da quella dell'area Euro: il miglioramento delle condizioni economiche dei nuclei familiari sta provocando un incremento del ricorso al credito e ai financial services in genere, i margini delle banche sono ancora elevati e la penetrazione del retail bank è ancora molto bassa', precisa Apps. Austria Erste Bank e KBC Group ( Belgio) sono le banche europee più attive in Polonia, Repubblica Ceca e Romania. Le maggiori preoccupazioni di Apps riguardano la presenza di quotazioni di mercato troppo elevate per i titoli degli istituti di credito dei paesi dell'Europa dell'Est. L'esperto esprime alcuni dubbi sulle potenzialità dell'Ungheria (uno dei paesi preferiti dagli operatori europei). ' L'aumento del deficit e il ricorso massiccio a foreign borrowing non provvisti di adeguate coperture rappresentano un rischio da non sottovalutare per l'Ungheria e il suo sistema bancario ', sottolinea il gestore.

Apps si aspetta che il settore offrirà buone soddisfazioni anche nei prossimi anni ma, allo stesso tempo, mette in guardia dai rischi derivanti dal rallentamento dell'economia e dal conseguente impatto dell'incremento dei crediti non esigibili sui conti degli istituti di credito. A cura di www.fondionline.it