News Notizie Italia Analisi: il denaro a basso costo conquista l’economia mondiale

Analisi: il denaro a basso costo conquista l’economia mondiale

Pubblicato 24 Gennaio 2006 Aggiornato 19 Luglio 2022 13:00
Panorama economico negli Stati Uniti: contrazione del Pil del 7,8%, inflazione al 15%, tassi di interesse al 20%. Molti si domanderanno se si tratta di uno scenario apocalittico disegnato dagli sceneggiatori di un thriller di fiction- economica. Non si tratta di fanta- economia. E' successo nel 1980. E' stato un momento turbolento, segnato dalla crescita delle quotazioni del petrolio, il cui prezzo arrivò triplicarsi in poco tempo. La dinamica rialzista del crudo si è ripetuta negli ultimi cinque anni, con l'aggravante che il resto delle materie prime ha seguito un'evoluzione similare.

Tuttavia, l'economia cresce al ritmo del 4,1%, l'IPC resta ancorato al 3,4% e i tassi di interesse hanno raggiunto il 4,25%. Dov'è l'elemento che differenzia i due periodi? Forse si trova in una sola parola: globalizzazione. La globalizzazione è un fenomeno che ha svolto un ruolo di primo piano nella creazione di un ambiente finanziario permeato dalla presenza di tassi di interesse molto bassi. Il collasso dell'ex Unione Sovietica e l'ingresso della Cina nello scenario economico globale (l'ingresso del gigante asiatico nell'Organizzazione mondiale per il commercio risale al 2002), hanno generato un'impennata della concorrenza internazionale, e un conseguente crollo dei tassi di interesse verso i minimi storici.

L'evoluzione del mercato dei bond è un effetto evidente dell'attuale congiuntura. Il rendimento del bund decennale tedesco, il titolo più liquido del mercato obbligazionario europeo, è sceso dal 3,6% di dodici mesi fa al 3,3% di oggi. Il rendimento del Treasury bond decennale fluttua nel range 4%- 4,4% da circa un anno. La Federal Reserve sostiene che la curva dei rendimenti non sia più un indicatore affidabile per predire l'arrivo di recessioni economiche. I vertici della Banca Centrale Usa credono che l'inflazione ai minimi storici e la forte domanda di bond governativi, siano i soli responsabili della recente inversione della curva dei rendimenti in Usa e in Europa.

Il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato in 824.000 milioni di dollari le riserve in divisa accumulate dal Giappone, e in 785.000 quelle della Cina (un volume che contrasta con i 172.000 milioni dell'eurozona). Negli ultimi dodici mesi le riserve cinesi sono cresciute del 50% ( trascinando verso l'alto la quotazione del dollaro rispetto all'euro - +13% in soli dodici mesi). Uno dei fattori di rilievo del processo di globalizzazione è la trasformazione dei paesi Emergenti da economie deficitarie a nazioni con un eccesso di risparmio che viene indirizzato verso i Treasury bond Usa. Questo processo ha contribuito a mantenere i tassi di interesse bassi, creando l'ambiente ideale per i rialzi sperimentati dai mercati azionari.

Non è una casualità che i guadagni conseguiti dai listini azionari ( l'Eurostoxx accumula un guadagno del 50,5%, lo Standard and Poor's del 46%) nell'ultimo triennio siano stati accompagnati dalla presenza di un'enorme liquidità nel sistema finanziario mondiale. Gli Stati Uniti hanno bisogno del risparmio accumulato in India, Cina e altri paesi Emergenti per finanziare il proprio deficit. I risparmi dei Pvs continuano a dirigersi verso il mercato Usa (acquisto di case, azioni e bond).

Ma questo è un equilibrio fragile. Questa dinamica può trasformarsi in un problema quando gli investitori inizieranno a preoccuparsi per la sovraesposizione dei propri investimenti denominati in dollari o, più semplicemente, per le oscillazioni del biglietto verde. Gli squilibri Usa - i deficit gemelli equivalgono all'8,6% del Pil - continuano a rappresentare una minaccia per il sistema finanziario mondiale. E' pericoloso cadere nell'errore di pensare che la politica dei tassi bassi sia eterna. La globalizzazione avrà pure modificato gli obiettivi di controllo dei prezzi perseguiti dalle banche centrali negli anni Ottanta e Novanta ( e l'elevato indebitamento delle famiglie potrebbe sostenere questo scenario nel medio periodo), ma da qui a dare per scontato che le politiche monetarie restrittive siano state sotterrate. A cura di www.fondionline.it