Allarme rosso sui mercati, si cerca rifugio in oro e bond governativi
La crisi del debito ha fatto scattare l’allarme rosso nell’eurozona e non ha mancato di condizionare le scelte di investimento. Prima conseguenza è stato l’inevitabile calo dell’appetito al rischio dopo il poderoso rally che ha caratterizzato i mercati da marzo 2009 in avanti. Cambio di sentiment che ha comportato massicce vendite soprattutto sui settori a più alto “Beta” con parallela rotazione settoriale verso i comparti difensivi. La review relativa al mese di aprile sull’industria europea degli ETF curata da Credit Suisse Delta One evidenzia come si siano contratti fortemente i volumi sul settore bancario e su quello delle risorse di base, con quest’ultimo che ha pagato la forza del dollaro e la nuova tassa sulle società minerarie che il governo australiano intende imporre a partire dal 2012. Sul versante opposto lo scorso mese hanno attirato le attenzioni degli investitori il comparto auto e quello retail grazie alla tornata di trimestrali oltre le attese del mercato. In generale l’asset allocation ad aprile sul mercato europeo degli ETF ha visto una prevalenza degli investimenti sulle commodity (25% del totale), seguiti da azionario Europa (23%), azionario settoriale (15%), reddito fisso (15%) e azionario mercati emergenti (14%).
Tra le commodity spicca la netta sovraperformance dell’oro che ha beneficiato della crescente incertezza sui mercati con la crisi del debito europea che potrebbe frenare la risalita dell’economia dell’eurozona e condizionare anche quella globale. Metallo giallo che ha aggiornato i propri massimi storici poco sotto la soglia di 1.250 dollari l’oncia. Oro che secondo gli esperti di mercato potrebbe continuare la sua corsa al rialzo anche nelle prossime settimane. Ampi margini di crescita per l’oro sono prospettati dagli analisti di Merrill Lynch che hanno reiterato il loro target a 1.500 dollari nel medio termine. Opinione diversa quella degli esperti di Natixis che vedono le quotazioni dell’oro sotto pressione nei prossimi mesi con la previsione di una discesa sotto la soglia dei 1.000 dollari nell’ultimo trimestre del 2010. Le altre commodity, soprattutto i metalli industriali, stanno attraversando un momento difficile nonostante la forza della ripresa in atto negli Stati Uniti. Pesano soprattutto i timori di una stretta monetaria da parte della Cina che potrebbe rallentare la crescita del gigante asiatico. “I metalli preziosi è probabile che sovraperformeranno nel breve termine in virtù della rinnovata ricerca di beni rifugio. Invece i metalli industriali dovrebbe soffrire il calo dell’appetito al rischio nonostante l’outlook rimanga positivo”, rimarca l’ultimo report del Commodity Research di Credit Suisse.
Incertezza sui mercati che nelle ultime settimane ha inoltre spinto gli investitori a guardare con attenzione al mercato obbligazionario alla ricerca degli strumenti ritenuti più sicuri: ossia in primo luogo i Treasury statunitensi e in seconda battuta i gilt britannici. Ritirata degli investitori verso i valori rifugio che è testimoniata dalla discesa dei rendimenti del bund decennale tedesco sotto il 3%, ossia vicino a quelli raggiunti nei momenti peggiori della crisi finanziaria nell’autunno 2008. Aumento della volatilità sui mercati che ha inoltre aumentato i volumi sugli ETF legati ai mercati valutari con posizioni long sul dollaro e short sull’euro. Strategia che, rimarca Credit Suisse Delta One, da marzo ha fruttato ritorni netti del 12%. CS che vede il cross euro/dollaro scendere ancora verso area 1,20 dollari con il perdurare della debolezza dei paesi periferici dell’eurozona. Ulteriore discesa dell’euro prevista anche da Société Générale che, dopo la discesa del cross sotto quota 1,25 dollari, ha abbassato le proprie previsioni a 12 mesi a 1,10 dollari. Rafforzamento del dollaro che a livello settoriale dovrebbe permettere a farmaceutici e retail di confermarsi come scelta vincente, mentre tra i più penalizzati sono utilities e tlc.