Allarme Opec: forti rischi al ribasso per domanda petrolio causa difficoltà economie emergenti

L’Opec ha tagliato le stime sulla domanda globale di petrolio in scia all’indebolimento nella crescita dell’economia dei paesi emergenti, ma anche per le temperature più alte e il taglio dei sussidi al carburante in Medio Oriente. L’organizzazione che raggruppa i principali paesi produttori di petrolio ha ridotto di 50.000 barili al giorno le sue stime sulla domanda di greggio per il 2016 citando il rallentamento economico in America Latina; ora è stimata una domanda mondiale in crescita di 1,2 milioni di barili al giorno. La debolezza nell’economia del Brasile, la rimozione dei sussidi per il carburante in Medio Oriente e le temperature invernali più miti nell’emisfero settentrionale sono tre fattori elencati dal report dell’Opec e che potrebbero indurlo a ulteriori tagli delle stime sulla domanda.
Preoccupano Sudamerica e Cina
“I fattori negativi attuali sembrano superare quelli positivi ed eventualmente implicare revisioni al ribasso della crescita della domanda di petrolio se tali segnali dovessero confermarsi – rimarca il rapporto mensile dell’organizzazione con sede a Vienna – e l’evoluzione economica in America Latina e in Cina sono fonte di preoccupazione”.
“I fattori negativi attuali sembrano superare quelli positivi ed eventualmente implicare revisioni al ribasso della crescita della domanda di petrolio se tali segnali dovessero confermarsi – rimarca il rapporto mensile dell’organizzazione con sede a Vienna – e l’evoluzione economica in America Latina e in Cina sono fonte di preoccupazione”.
Attesa per meeting Doha
Oggi il petrolio viaggia in ribasso dopo che ieri avevano toccato i massimi a 5 mesi. Il futures sul Wti viaggia a 41,56 dollari al barile, in flessione dell’1,3%. Il balzo di ieri era stato guidato dalle indiscrezioni riportate dall’agenzia Interfax secondo cui la Russia e l’Arabia Saudita avrebbero raggiunto un accordo di massima sul congelamento della produzione di greggio a prescindere dell’adesione dell’Iran. In tal senso il il Ministro dell’energia russo ha dichiarato che un accordo è possibile anche senza la partecipazione dell’Iran. Cresce quindi l’ottimismo in vista della meeting di Doha in programma il 17 aprile e che mira a raggiungere un accordo condiviso per il congelamento della produzione.
Oggi il petrolio viaggia in ribasso dopo che ieri avevano toccato i massimi a 5 mesi. Il futures sul Wti viaggia a 41,56 dollari al barile, in flessione dell’1,3%. Il balzo di ieri era stato guidato dalle indiscrezioni riportate dall’agenzia Interfax secondo cui la Russia e l’Arabia Saudita avrebbero raggiunto un accordo di massima sul congelamento della produzione di greggio a prescindere dell’adesione dell’Iran. In tal senso il il Ministro dell’energia russo ha dichiarato che un accordo è possibile anche senza la partecipazione dell’Iran. Cresce quindi l’ottimismo in vista della meeting di Doha in programma il 17 aprile e che mira a raggiungere un accordo condiviso per il congelamento della produzione.