Alitalia tra venti francesi e arabi, anche Colaninno smentisce però la cessione. Sullo sfondo la soluzione all’italiana
A pochi giorni dalla scadenza del cosiddetto “lock-up” tra i soci di Cai non si placa il tam tam di voci sul futuro di Alitalia. Nel fine settimana sono tornate di attualità le indiscrezioni sulla discesa in campo di Air France, che nel 2008 aveva offerto 2,4 miliardi di euro per rilevare la compagnia aerea tricolore e che attualmente ne detiene il 25%. Quattro anni fa il dossier della Magliana era entrato prepotentemente nella campagna elettorale che portò Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. E proprio l’ex premier fu il promotore della cordata italiana che rilevò la parte sana della compagnia di bandiera.
La situazione di Alitalia non è però migliorata negli ultimi tempi: il gruppo perde circa 630 mila euro al giorno e dal 2008 ha bruciato più di due terzi del capitale. Al 30 settembre, inoltre, in cassa rimanevano circa 300 milioni di euro. Un quadro che ha portato la stampa nazionale a ipotizzare un immediato interesse di Air France, disposta secondo i rumors a pagare un premio del 20% rispetto a quanto sborsato nel 2008. Ieri però è arrivata la smentita da Parigi e, in serata, anche quella di Immsi.
La società di Roberto Colaninno possiede il 7,1% della compagnia tricolore e ieri in Borsa aveva registrato una fiammata con un balzo di oltre 18 punti percentuali. Il titolo viaggia in territorio positivo anche oggi mettendo a segno un rialzo del 3% a 0,553 euro. Le difficoltà in cui naviga Air France, impegnata in un deciso piano di contenimento dei costi, allontanano però nell’immediato un impegno in forze della compagnia franco-olandese.
Questa mattina Les Echos ha disegnato un nuovo scenario, scrivendo che la compagnia degli Emirati Arabi, Etihad, alleata commerciale di Air France-Klm, sarebbe pronta ad acquistare la quota degli azionisti di Alitalia. L’arrivo dell’alleata strategica Etihad, dunque, permetterebbe a Parigi di evitare che le azioni di Alitalia finiscano in mani ostili. Le leggi comunitarie, però, rendono impossibile un’acquisizione del 100% da parte del gruppo arabo.
Gli scenari sono quindi molteplici e con l’inizio della campagna elettorale non è inoltre escluso che venga a galla una soluzione all’italiana, come l’ingresso di un fondo della Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Alitalia che lasci ai francesi e ai loro alleati solo una quota di minoranza del gruppo della Magliana.