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Alitalia a lezione di gestione da Aeroflot

3 Aprile 2007 14:46

E’ il momento di accantonare la vecchia immagine dell’aviazione civile russa, per molti ancora legata a vecchi Tupolev barcollanti o disastri aerei in remote regioni dell’ex Unione Sovietica. Dalla Russia per Alitalia potrebbe infatti venire un esempio di sana gestione. Aeroflot, la linea aerea russa in gara con Unicredit per Alitalia, ha comunicato oggi di aver chiuso il 2006 con un incremento degli utili del 32,3% a 7,98 miliardi di rubli (circa 300 milioni di dollari). Bene anche i dati sul traffico. Nel 2006 il numero di passeggeri trasportati sono aumentati dell’8,7% a 7,29 milioni. Dati diametralmente opposti a quelli di Alitalia, che lo scorso 26 marzo aveva invece annunciato una perdita 2006 di 405 milioni di euro, in peggioramento rispetto al 2005.


Insomma, dalle parti della Magliana potrebbero avere molto da imparare da Aeroflot. Una prospettiva estera che non sembra peraltro spaventare il Governo, rassicurato dalla quota del 5% con cui Unicredito partecipa al consorzio (per la verità molto sbilanciato verso i russi che ne detengono il 95%). E’ poi verosimile che di un’offerta da parte di Aeroflot si fosse già parlato in ambienti politici a partire da due settimane fa nell’ambito della visita italiana del presidente russo Vladimir Putin. D’altro canto in questo contesto subentrerebbero anche considerazioni di reciprocità, come ha chiarito oggi il quotidiano russo Kommersant riferendosi alla partecipazione di  Eni al processo di vendita delle attività nel gas naturale di Yukos.


Aeroflot tuttavia è controllata per il 51% dallo stato russo, mentre il restante 49% del capitale è suddiviso tra i dipendenti del gruppo e altre istituzioni. E proprio il diretto controllo statale potrebbe dare vita alle preoccupazioni dei politici europei più che italiani, così come avvenne lo scorso anno quando Vneshtorgbank aveva proceduto all’acquisto del 5% di Eads, la società controllante di Airbus. Dal fronte comunitario comunque sia non sono venute reazioni, forse in attesa di conoscere quale sarà la prossima evoluzione del deal. Uno degli attori principali dell’operazione quale è il capo dell’investment banking di Unicredito, Sergio Ermotti, ha già chiarito che il consorzio potrebbe essere esteso per includere altri partners. E opinione diffusa è che il nome di Aeroflot possa essere stato speso proprio per aprire la cordata ad altri. Sia Alitalia che Aeroflot fanno parte dell’alleanza Skyteam, nata nel 2000 per creare una rete di collegamenti a livello internazionale, allenza della quale fa parte anche Air France. Il vettore francese è considerato il maggiore indiziato a rientrare nei giochi, nonostante i dinieghi, anche in considerazione delle partecipazioni incrociate con Alitalia.