Alert Fmi: per Eurozona crescono i rischi, da Italia possibile contagio a economie Ue più deboli
Se le tensioni commerciali e quelle sui mercati finanziari sono i rischi che corre l’Eurozona nel breve termine, nel medio termine gli elementi di incertezza e instabilità sono altri e li individua concretamente il Fondo monetario internazionale nel suo ultimo Rapporto sull’Europa pubblicato oggi.
I rischi a breve e medio termine per la zona euro
“La bilancia dei rischi è ora inclinata al ribasso sia nel breve termine che oltre – si legge nel rapporto – l’escalation delle tensioni commerciali e il possibile abbandono di un sistema di trading multilaterale e basato sul rispetto delle regole potrebbe creare problemi alle catene di approvvigionamento, con un rischio significativo sulla crescita, specialmente se dovesse venire impattata la fiducia come dimostrato dalle tensioni dei mercati a fronte della minaccia di tariffe americane sull’importazioni di auto”. Se nel breve termine il rapporto cita le tensioni commerciali e le tensioni sui mercati finanziari, è nel medio termine che occorre tener d’occhio diversi fattori che possono generare instabilità.
“Nel medio periodo – si legge nel rapporto – potrebbero derivare rischi dalla possibilità di cambiamenti nelle agende politiche e dall’implementazione di misure macroeconomiche politicamente popolari ma insostenibili, da ritardi nel varare riforme strutturali, da sfide demografiche, da un aumento delle ineguaglianze e da un declino della fiducia nelle politiche dominanti’”. Anche la Brexit farà la sua parte dice l’istituto guidato da Christine Lagarde e in particolare lo scenario di un no-deal sul Brexit, che avrebbe conseguenze negative per la crescita qualora venissero alzate barriere commerciali fra Ue e Gran Bretagna. Per il Fondo l’attività economica della zona euro ha continuato a espandersi nella prima metà del 2018, sebbene con un ritmo più lento del previsto. “L’ambiente esterno è diventato meno favorevole e il supporto dovrebbe attenuarsi ulteriormente nel 2019 a causa del rallentamento della domanda globale, delle tensioni commerciali e dei maggiori prezzi dell’energia”, si legge nel documento pubblicato oggi. Tradotto in cifre, per l’Eurozona l’Fmi vede per il 2018 un’espansione dal precedente 2,3% al 2% e per il 2019 dal 2% all’1,9% mentre si conferma la previsione al ritmo dell’1,7% nel 2020.
Capitolo a parte l’Italia
Nel Rapporto il Fondo conferma il taglio delle stime di crescita già previsto ad aprile ma lancia un allarme per quanto riguarda il rialzo dei rendimenti, ai massimi da 4 anni che, se non portano ad ora rischio contagio ad altri mercati, non è detto che lo sarà in futuro. “Permane una consistente incertezza e il contagio da future tensioni potrebbe essere notevole, soprattutto per le economie con i fondamentali macroeconomici più deboli e uno spazio fiscale limitato” si legge nel Rapporto.
L’Italia rischia di contagiare altri mercati non ora ma nel futuro. Lo scrive nero su Bianco il Fondo monetario internazionale nel rapporto sull’Europa pubblicato oggi. In Italia i rendimenti dei BTp sono saliti ai massimi da 4 anni a causa delle difficoltà nel formare il governo e dell’incertezza sulle politiche dice l’istituto guidato da Christine Lagarde. “Per ora” dice l’FMI “gli effetti di contagio ad altri mercati sono stati piuttosto contenuti ma vi è una sensibile incertezza e il contagio da stress futuri potrebbe essere notevole, specie per le economie con fondamentali più deboli e cuscinetti fiscali limitati”.