Unicredit: il fronte turco e la promozione di Credit Suisse dettano il ritmo rialzista, aspettando il nuovo piano

Con una crescita di oltre il 2% Unicredit sovraperforma il mercato e si posiziona tra i migliori del Ftse Mib. Il titolo avanza del 2,1% a 12,702 euro (massimo intraday a 12,73 euro), con una crescita da inizio anno di quasi il 30 per cento. Il mercato guarda all’affaire turco e alla promozione di Credit Suisse che ha alzato la raccomandazione sul gruppo bancario di piazza Gae Aulenti da neutral a outperform e il prezzo obiettivo che è passato da 11,3 a 14,6 euro. Il tutto a poco più di una settimana dalla presentazione del nuovo piano industriale al 2023: il Capital Markets Day di Unicredit è previsto martedì 3 dicembre a Londra.
L’affaire turco
Dopo le indiscrezioni stampa circolate nei giorni scorsi Unicredit (che di recente ha annunciato la cessione dell’intera quota in Mediobanca) esce allo scoperto e conferma di essere al lavoro sul fronte turco. In relazione a notizie di stampa riferite a una potenziale operazione riguardante Koç Financial Services (KFS) e Yapi ve Kredi Bankasi A.Ş. (Yapi Kredi), la banca precisa che, nell’ambito del nuovo piano strategico, sono stati avviati contatti con il suo partner Koç Group in merito a una potenziale evoluzione dell’attuale joint venture in Turchia. “Non è stato raggiunto un accordo definitivo in merito a tali discussioni. Se e quando opportuno, UniCredit aggiornerà tempestivamente il mercato”, conclude la breve nota diffusa questa mattina.
Nei giorni scorsi l’agenzia Reuters ha riportato che Unicredit è in procinto di ridurre la sua esposizione nella turca Yapi Kredi, primo passo verso la piena uscita della banca italiana dal paese colpito dalla recessione. UniCredit detiene una quota del 50% nella joint venture Koc Financial Services, che controlla quasi l’82% di Yapi Kredi. L’altro partner è Koc Holding.
Parola agli analisti sull’operazione in Turchia
Gli analisti di Equita che mantengono una raccomandazione di acquisto (rating buy) su Unicredit, commentando la potenziale operazione in Turchia così: “Dal punto di vista industriale il razionale del deal sembra quello di contenere il profilo di rischio del gruppo, focalizzarsi sul completamento della ristrutturazione del core business domestico al costo di ridurre l’esposizione ad un mercato dal potenziale di crescita evidente ma caratterizzato da notevole volatilità per temi geopolitici”. Gli esperti della sim milanese si attendono inoltre che “il piano industriale di Unicredit che sarà presentato la settimana prossima, sveli il risultato finale di questo trade-off di cui dovrebbe beneficiare il profilo di rischio e la complessità di gruppo ma penalizzare la redditività di lungo periodo”.
Credit Suisse e i motivi della promozione su Unicredit
Al di là della conferma dell’operazione in Turchia, Unicredit resta sotto i riflettori oggi per la promozione di Credit Suisse che, in vista della presentazione del piano strategico del 3 dicembre, ha deciso di rivedere al rialzo la valutazione sul gruppo guidato da Mustier da neutral ad outperform, con un target price da 11,3 a 14,6 euro.
Credit Suisse guarda con ottimismo al titolo Unicredit, spiegando il perché. “Diventiamo ottimisti su Unicredit dato che il consenso è sceso del 20% da inizio anno e sono stati compiuti significativi progressi nel processo di pulizia del bilancio, con la riduzione del 40% dei crediti deteriorati non core”, segnalano da Credit Suisse aggiungendo di vedere “un potenziale buyback di 1,6 miliardi di euro (circa 6% della capitalizzazione di mercato) entro il 2021 in uno scenario conservativo e fino a 5,2 miliardi nello scenario migliore”.
“Il titolo ha certamente sovraperformato il settore del 7% nell’ultimo mese, ma ai multipli attuali non crediamo che il mercato rifletta i livelli RoTBV (Return on Tangible Book Value) del core business e non sta attribuendo alcun valore al potenziale riacquisto di azioni”, aggiungono gli esperti della banca svizzera che indicano tra i rischi principali un deterioramento dello scenario di politica italiana.