Su NPL Bce guadagna assist Eurogruppo. Draghi avverte: problema non risolto per molte banche
Il problema degli NPL non è stato ancora risolto. Lo ha detto chiaramente il numero uno della Bce, Mario Draghi, aprendo a Francoforte il forum della Bce dedicato alla supervisione bancaria. “Molte banche sono ancora sprovviste della capacità di assorbire ampie perdite, visto che i loro ratio di NPL sui capitali e accantonamenti rimangono elevati”. L’avvertimento di Draghi arriva all’indomani della riunione dell’Eurogruppo, da cui è emerso l’assist dei ministri delle finanze dell’Eurozona alle regole più severe contenute nell’addendum della Bce. Regole che sono state fortemente osteggiate da diversi esponenti del mondo politico e bancario dell’Italia.
E’ stato lo stesso numero uno dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, a confermare in una conferenza stampa che, tra i ministri delle finanze dell’Eurozona, si è raggiunto “un accordo generale” sul piano con cui la banca centrale intende chiedere agli istituti di credito dell’area di procedere a ulteriori accantonamenti a fronte degli NPL.
Ancora prima, la responsabile della Vigilanza bancaria presso la Bce, Daniele Nouy, si era rivolta agli stessi ministri, informandoli dell’intenzione di Francoforte di andare avanti con il suo piano.
Stando a quanto riportato da un funzionario Ue, Nouy avrebbe detto che questo “è il momento giusto” per procedere con regole più severe, al fine di evitare una nuova crescita di NPL da parte delle banche dell’Eurozona che, nel corso della lunga crisi economica e finanziaria durata 10 anni, hanno accumulato crediti deteriorati per un valore di 1 trilione di euro, poi ridotto ma sempre molto elevato, pari a 800 miliardi.
A dispetto degli appelli italiani su una regolamentazione meno stringente che sono arrivati dal mondo politico e anche bancario, la Bce continua dunque ad andare dritta per la sua strada, forte ora anche del supporto fornito dall’Eurogruppo.
Nel discorso proferito oggi, Draghi ha ricordato la gravità e anche l’urgenza del problema:
“Al momento, la questione più importante da affrontare è quella degli NPL (non-performing loans, crediti deteriorati)”.
“Conosciamo tutti i danni che livelli persistenti di NPL possono provocare alle condizioni di salute e alla crescita del credito delle banche – ha sottolineato – Un’analisi interna della Bce mostra che, nel corso degli anni, le banche con un elevato stock di NPL hanno erogato costantemente meno prestiti rispetto alle banche con una qualità del credito migliore, fornendo così un supporto minore alle aziende e alle famiglie. E, sebbene i livelli degli NPL stiano scendendo per le banche importanti – dal 7,5% circa di inizio 2015 al 5,5% di oggi – il problema non è stato ancora risolto. Molte banche sono ancora sprovviste della capacità di assorbire larghe perdite, visto che i loro ratio di NPL sui capitali e accantonamenti rimangono elevati”.
Draghi ha lanciato un appello:
“Abbiamo dunque bisogno di uno sforzo coordinato di banche, autorità di supervisione, autorità di regolamentazione e autorità nazionali per gestire questo problema in modo ordinato, prima di tutto creando un contesto in cui gli NPL possano essere effettivamente gestiti e smobilizzati”.
Le nuove regole sugli accantonamenti che le banche sono chiamate a fare saranno rese note entro il mese di marzo: stando a indiscrezioni riportate da Reuters, la Bce non dovrebbe presentare diktat eccessivamente severi, nonostante la sua intenzione di affrontare con maggior decisione il problema.
Le norme sugli accantonamenti dovrebbero essere valide solo per le sofferenze che si creeranno a partire dal nuovo anno, dunque non per gli stock.