Notizie Notizie Italia 2011, anno zero: per Saxo Bank ecco i dieci cigni neri

2011, anno zero: per Saxo Bank ecco i dieci cigni neri

20 Dicembre 2010 16:28

Mai dire mai. Anche nel 2011 sarà essenziale munirsi dell’elmetto per non farsi travolgere dai listini in tempesta. L’anno che verrà erediterà la crisi dei debiti sovrani. Ma promette sorprese. L’insediamento nel ruolo di presidente di turno dell’Ue del premier ungherese Viktor Orban, favorevole all’ipotesi di eurobond, potrebbe avere risvolti imprevedibili di fronte al no franco-tedesco. Il 2011 erediterà anche la lenta ripresa dell’economia Oltreoceano. In questo scenario Saxo Bank, banca specializzata in investimenti e trading online, ha delinato le sue “previsioni shock” per il prossimo anno evidenziando anche quali saranno le valute che potranno sorprenderci positivamente e quelle che invece potrebbero toccare i minimi storici.


Tra i “cigni neri” anche quella che passerebbe alla storia come una delle operazioni di acquisizione più grandi e controverse, la battaglia politica contro l’autorità della Federal Reserve, una previsione sul prezzo delle commodities e una sulle strategie d’investimento da considerare. Lo scorso anno ben tre delle previsioni di Saxo Bank hanno trovato riscontro nella realtà. Stilate all’interno dell’Outlook Finanziario per il 2011 della Banca che verrà pubblicato il prossimo gennaio, le nuove dieci profezie riguardano ipotetici scenari, eventi rari ma pur sempre possibili, potenzialmente di grande impatto sui mercati.


1. Il Congresso americano boccia il QE3 di Bernanke. Nella seconda metà del 2011, la Federal Reserve si troverà in una posizione davvero difficile per essere stata la principale responsabile del fiasco immobiliare, per il conseguente salvataggio delle banche e per la situazione catastrofica in cui versa il debito pubblico. Nello stesso periodo, le cosiddette banche “troppo grandi per cadere” si troveranno di nuovo in seri guai. Il Congresso americano bloccherà l’autorità della Fed sui bilanci e la sfiderà sul suo doppio mandato che riguarda i dati occupazionali e l’inflazione.


2. Apple compra Facebook. Attraverso alcune interviste Steve Jobs, fondatore di Apple, ha dichiarato che tra la sua azienda e il famoso social network ci potrebbero essere delle opportunità di partnership, ma che gli ultimi incontri ancora non avrebbero portato a nulla di concreto. I vertici di Apple hanno fatto sapere che Facebook era alla ricerca di condizioni economiche che non potevano essere accettate. La situazione potrebbe portare Jobs a decidere per l’acquisizione totale di Facebook.


3. US Dollar Index supererà quota 100. La curva della crescita economica sarà per un po’ positiva in alcune aree del mondo, ma poi salteranno fuori problemi per la Cina. La lenta crescita del settore industriale cinese provocherà un crollo dell’appetito al rischio globale. Assieme all’economia giapponese che lotta per la sopravvivenza e l’Eurozona in preda al caos, il dollaro Americano inizierà a essere più interessante. Il districarsi di queste posizioni spingerà lo US Dollar Index su del 25%, fino a superare quota 100 verso la fine del terzo trimestre del 2011.


4. Il rendimento dei bond a 30 anni del Tesoro americano scivolerà al 3%. La politica di svalutazione del dollaro, che affonda le sue radici nella cosiddetta “guerra delle valute” del 2010, costringerà i mercati emergenti a utilizzare più dollari di scorta sui bond governativi. Gli sforzi del quantitative easing della Fed verranno vanificati dalla situazione in cui verseranno i bilanci delle banche americane. La BCE, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale falliranno nella loro battaglia per sanare i mali dei PIIGS periferici indirizzando il gregge degli investitori confusi verso il porto sicuro dello Zio Sam. Il sentiment positivo scomparirà nel 2011 e i rendimenti dei bond a 30 anni del Tesoro americano scenderanno al 3%.


5. Il cambio dollaro australiano©sterlina inglese precipiterà del 25%. Il 2011 segnerà il ritorno della Gran Bretagna ai suoi valori tradizionali: gli inglesi lavoreranno di più, risparmieranno di più e sorprendentemente nel corso del 2011 si metterà in moto una forte espansione. L’Australia d’altro canto si troverà a combattere con un’economia che si indebolisce, mentre la Cina farà sempre più fatica a stoppare l’inflazione prima che la situazione le scappi di mano. Assieme al mercato immobiliare australiano, la situazione sembra una bolla pronta a scoppiare e i fatti determineranno un declino del cambio AUD/GBP del 25%.


6. Il petrolio giù di un terzo. Il greggio, ora guidato dalle macro©aspettative fondamentali degli investitori, verrà trascinato su, superando i 100 dollari al barile nei primi mesi del 2011, grazie all’ondata di euforia provocata dall’economia americana finalmente libera dalle catene. Il greggio soccomberà a una violenta correzione di un terzo più tardi nel corso del 2011.


7. Il gas naturale aumenterà del 50%. Il gas naturale entrerà nel 2011 con un’eccedenza di offerta, dato che la flessione globale aveva già comportato un surplus rispetto alla domanda in questi ultimi due anni, dando luogo a un biennio di perdite a due cifre. Ma l’accresciuta domanda industriale, lo storico basso prezzo del greggio e del carbone, un avanzamento della curva di appiattimento e le proposte di esportare più gas dai giacimenti degli Usa, sono tutte situazioni che si uniscono per far sì che gli investimenti passivi sul gas aumentino di valore. Inoltre, una brusca ondata di freddo porterà a un veloce esaurimento delle scorte, così da provocare un rialzo del 50% che non si era mai registrato negli ultimi 25 anni.


8. L’oro si rafforzerà fino a 1800 dollari mentre ci sarà un’escalation nella guerra delle valute. La cosiddetta “guerra delle valute” tornerà ad oltranza nel 2011, spinta dai miglioramenti dell’economia americana. Il deficit Usa della bilancia commerciale si allargherà e la Cina sarà messa sotto pressione. Mentre gli investitori fuggiranno dai metalli, l’oro s’impennerà fino ai 1800 dollari per oncia.


9. Lo S&P500 toccherà il picco più alto della storia. La Fed nel 2011 continuerà a immettere liquidità nel sistema. Gli investitori realizzano che l’unica strategia buona da seguire sarà quella di comprare sui ribassi, anche se la tattica funziona per la Fed nonostante essa sia un castello di carte e i consumatori americani iniziano a spendere quando il loro portafoglio azionario migliora. Ma il corporate americano non crederà all’euforia che si basa sul teorema che un buon prezzo di un’azione significa per forza buona salute e continuerà in operazioni di deleveraging in funzione di una sana ripresa. L’indice del benchmark americano vedrà il picco del 2007 nello specchietto retrovisore mentre percorrerà la sua strada verso quota 1,600.


10. L’indice RTS russo raggiunge 2500. La prossima bolla nell’economia globale inizierà a gonfiarsi all’inizio dell’anno, mandando il greggio sopra i 100 dollari al barile. L’investitore americano medio non farà niente con i suoi soldi, se non comprare sui ribassi del mercato azionario americano. Quelli che invece investiranno nel mercato russo realizzeranno il valore P/E a un anno di 8.6 e il P/B di 1.26. Il RTS raddoppierà quasi fino a 2,500 nel 2011.