La Fed sta sbagliando tutto? Azioni VS Bond, Gundlach vede nero e consiglia l’asset sicuro con rendimento ghiotto
Il rischio che la Fed di Jerome Powell esageri nel suo percorso di rialzo dei tassi è alto: parola del Re dei bond Jeffrey Gundlach che ritiene che, alla fine, l’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo potrebbe arrivare a essere negativa del 4% o 2%. Trasformandosi, praticamente, in deflazione.
Secondo il ceo di DoubleLine, vale la pena prestare attenzione al messaggio che il mercato dei Treasuries Usa sta lanciando, in un contesto in cui l’inflazione viaggia tra l’8% e il 9%.
“Perchè tutti stanno comprando Treasuries a 30 anni che rendono il 3,50%? L’unica logica è che l’inflazione finirà per schizzare verso il basso”. E che dunque, insomma, la Fed finirà per provocare una deflazione.
La politica monetaria della banca centrale Usa, spiega il gestore, si sta facendo tra l’altro più restrittiva, visto che, oltre ad alzare i tassi, Powell & Co. stanno continuando a portare avanti il Quantitative Tightening, riducendo la dimensione del bilancio della Federal Reserve.
“Visto che stanno cercando di far scendere l’inflazione di 700 punti base, il ribasso rispetto al target (di inflazione) al 2% potrebbe essere anche maggiore”.
“Bond estremamente cheap rispetto ad azioni”
Tutto ciò porta Gundlach a dire che i bond sono “estremamente” convenienti rispetto alle azioni, tanto che, a suo avviso, lo S&P 500 scenderà fino a un minimo di 3.000 punti, e forse a “3.400, in ognuno di questi due casi a un livello più basso di quello dove si trova ora”.
Diversa la situazione nel mercato del reddito fisso, dove il Re dei bond intravede ghiotte opportunità.
Nel sottolineare che i Treasuries sono estremamente convenienti rispetto alle azioni, Gundlach ricorda che il consiglio arriva da “qualcuno, che a gennaio aveva detto che i mercati azionari erano sopravvalutati ma convenienti rispetto ai bond”. Ora, invece, “non è più così”.
“Questo è un momento molto buono per acquistare i bond, e tra le ragioni che mi inducono a crederlo c’è quella che nessuno vuole acquistarli”.
Per gli investitori che hanno una bassa tolleranza al rischio, una buona scelta di investimento sarebbe quella di acquistare un bank loan fund. Gundlach fa notare che lo spread con i tassi di interesse di breve termine è di 300 punti base, il che significa che se la Fed alza i tassi al 4%, gli investitori ottengono un yield del 7%.
“Potrebbe andare male se la Fed dovesse far collassare i tassi di interesse riportandoli di nuovo allo zero: in quel caso i guadagni percepiti sarebbero inferiori ma, per il momento, questo è un modo molto semplice per fare soldi”, ha sentenziato il gestore.
Nella giornata di ieri, la Federal Reserve capitanata da Jerome Powell ha alzato i tassi principali di riferimento Usa di 75 punti base, come da attese, confermando l’intenzione di procedere a ulteriori strette monetarie per combattere l’inflazione, che viaggia ai livelli massimi dagli inizi degli anni ’80.
La banca centrale americana ha portato i tassi Usa nel range compreso tra il 3% e il 3,25%, al record dal 2008, procedendo alla terza stretta consecutiva di 75 punti base.
Riguardo alla direzione futura dei tassi, attenzione soprattutto a quanto è emerso dal dot plot. E focus anche sulle parole del presidente della Fed Jerome Powell, costretto a dire che vorrebbe che ci fosse “un modo meno doloroso per far scendere l’inflazione. Ma non c’è”.
Non è la prima volta che Jeffrey Gundlach lancia l’alert deflazione. In una recente intervista rilasciata alla Cnbc, il numero uno di DoubleLine ha rimarcato che la deflazione è il rischio chiave per l’economia Usa, consigliando agli investitori di diventare più bearish verso la borsa Usa.