Pit stop obbligato per Piazza Affari e Btp, serve bazooka XXL della Bce per dare benzina al rally
Piazza Affari torna regina d’Europa in termini di performance in questo 2019. Dopo il bilancio di quasi +3% della scorsa ottava, il Ftse Mib ha portato a circa +10% il rally dai minimi toccati il 14 agosto prima del rally trainato dalla svolta politica con l’avvento del governo Conte-bis a maggioranza M5s-Pd. Un rally accompagnato anche dal calo repentino dello spread Btp-Bund in area 150 pb (minimi da maggio 2018) con tasso del BTP a 10 anni sceso ai nuovi minimi storici.
Cosa succederà adesso? In attesa delle prime mosse del governo Conte-bis in ambito di politica economica e soprattutto l’approccio che avrà con l’Europa, l’indice Ftse Mib è alle prese con la soglia psicologica dei 22.000 punti, livello già toccato brevemente venerdì nell’intraday.
“Il focus degli operatori sarà su quei titoli che possano essere avvantaggiati o svantaggiati dalle politiche economiche del nuovo esecutivo giallo verde – rimarca Pietro Di Lorenzo, analista e fondatore di Sos Trader – . Il mercato attenderà con trepidazione la riunione della BCE programmata per giovedì 12, dalla quale potrebbero emergere rilevanti informazioni su quelle che saranno la dimensione delle misure adottate dalla Banca Centrale guidata da Novembre da Christine Lagarde”. Di Lorenzo sottolinea come graficamente sia necessario un consolidamento per il Ftse Mib prima che venga sferrato l’attacco ai massimi annuali toccati il 25 Luglio a 22.357 punti.
Altissime aspettative per BCE
Sono molto alte le aspettative per un allentamento della BCE e se mantenute potrebbero dare fiato al rally delle Borse e degli asset italiani in particolare. Intanto le altre banche centrali globali si muovono per allentare il perno monetario, compresa la Banca popolare cinese, che venerdì ha ridotto la quantità di liquidità che le banche devono detenere come riserve. Sempre venerdì Powell (Fed) ha fatto capire che anche questo mese la banca centrale Usa taglierà i tassi.
Tornando alla Bce, il taglio riguarderà con ogni probabilità il tasso sui depositi che dovrebbe essere limato di 20 punti base. “Allo stesso tempo – sostiene Vincenzo Longo, market strategist di Ig – l’istituto di Francoforte dovrebbe adottare misure per allentare le pressioni sulle banche prevedendo una serie di tassi a livelli più favorevoli per le banche (il cosiddetto tiering). Infine, ma forse più importante, Draghi proverà a non deludere le attese del mercato, che propendono per un lancio immediato del QE 2.0, limitandosi a cambiare la forward guidance per i prossimi mesi”. “Non crediamo che la Bce lanci il QE, vista la scarsità di strumenti a disposizione per Francoforte”, afferma l’esperto indicando che “le munizioni della Bce sono scarse e vanno preservate nel caso lo scenario dovesse deteriorarsi. Quindi aspettiamoci volatilità, anche se in fondo non crediamo che il mercato stia pensando veramente al bazooka”.
Oggi corrono FCA, Intesa ed ENI
Intanto oggi in luce i titoli della galassia Agnelli. Fca (+0,92%) guarda alla notizia della possibile cacciata del ceo di Nissan, Hiroto Saikawa, che torna ad alimentare le speranze di un asse Fca-Renault. L’ad, tra i fattori che hanno messo i bastoni tra le ruote alla prospettiva di un deal tra i due colossi dell’auto, è stato costretto a convocare infatti una conferenza stampa, e ad ammettere di aver percepito compensi illeciti. Le sue dimissioni sono dunque possibili: tutto dipende da cosa deciderà la Commissione incaricata delle nomine dell’azienda giapponese. Di contro, il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire , al Forum di Cernobbio sabato ha detto che la priorità per Renault è rafforzare l’alleanza con Nissan.
Bene anche il titolo Juventus arrivato fino a+3%. Più moderato il rialzo di Ferrari (+0,34%) che in avvio ha avvicinato i 150 euro (top intraday a 149,55 euro). Ieri la Rossa ha concesso il bis vincendo anche il GP di Monza con Charles Leclerq che ha domato la Mercedes dopo un Gran Premio molto combattuto.
Tra le banche Intesa Sanpaolo sale dello 0,9%. L’istituto guidato da Carlo Messina ha reso noto di aver ricevuto l’autorizzazione della BCE a calcolare i coefficienti patrimoniali consolidati del Gruppo applicando il cosiddetto Danish Compromise che prevede che gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio anziché dedotti dal capitale. La banca potrà applicare questo nuovo criterio di calcolo a decorrere dalle segnalazioni di vigilanza riferite al 30 settembre 2019.
Infine ENI (+0,915%) dopo le parole di Emma Marcegaglia. Il presidente Eni ha confermato da Cernobbio che il gruppo petrolifero è in trattative esclusive per l’acquisizione degli asset di Exxon Mobil in Norvegia. “Se le trattative andassero a buon fine sarebbe una buona notizia per noi”, ha detto la Marcegaglia.