Banche: margini interesse sotto pressione anche a gennaio, sofferenze ancora alte
L’Associazione Bancaria Italiana (Abi) ha diffuso nel primo pomeriggio il rapporto mensile relativo al mese di gennaio 2017. Le principali evidenze che il documento mette in luce riguardano il trend dei prestiti erogati alla clientela dagli istituti italiani, cresciuti a 1.805,7 miliardi di euro a fine gennaio.
Su base annua la crescita dell’aggregato è stata del +1,1%, in ulteriore accelerazione rispetto al +0,9% del mese precedente, confermando la prosecuzione del miglioramento della dinamica dello stock dei finanziamenti. Particolarmente positiva, si legge nel report, la dinamica del mercato dei mutui.
Mutui in ripresa, ma si privilegia il tasso fisso
L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,9% rispetto a fine 2015. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,10%, nuovo minimo storico (2,02% a dicembre 2016, minimo storico, e 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.
Sofferenze in calo del 2% rispetto al picco di novembre 2015
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine 2016 si collocano a 86,9 miliardi di euro, registrando una riduzione di oltre il 2% rispetto al picco di 89 miliardi di fine novembre 2015.
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,89% a dicembre 2016 (era il 4,91% a fine 2015 e lo 0,86% prima dell’inizio della crisi).
Margini d’interesse permangono sui minimi dal 2007
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie (c.d. margine d’interesse, ndr) permane in Italia su livelli particolarmente bassi. A gennaio 2017 risultava pari a 188 punti base (187 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base segnati prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007).